// di Francesco Cataldo Verrina //
I dischi jazz dove in band-leader è un batterista si sviluppano seguendo una traiettoria particolare: l’impulso ritmico pur provenendo dalla retroguardia sembra dettare costantemente le linee guida. Non solo la batterei sembra allinearsi agli strumenti di prima fila, ma si ha come l’impressione che non conceda loro tregua. Daniel Besthorn, batterista tedesco, recentemente trasferitosi a Roma, è essenzialmente un buon musicista con una visione ad ampio spettro del jazz, capace di puntare al futuro, ma di tenere sempre a portata di mano lo specchietto retrovisore che gli consente di non perdere mai il contato con la tradizione ed taluni classici modelli di riferimento: si potrebbe pensare ad esempio ad Art Blakey & The Jazz Messengers calati in una dimensione contemporanea e più europea.
«Emotions» di Daniele Besthorn Feat. Radiance, pubblicato da Alfa Music, contiene la personale visione del jazz del batterista, ma lo sguardo appare puntato in varie direzioni, frutto di una maturità artistica assai precoce che si sostanzia nella scelta di un nutrito ensemble, denominato per l’appunto Radiance, dotato di una solida retroguardia ritmica e di una corposa sezione fiati formata da giovani musicisti provenienti dalla Germania, dalla Svizzera e dalla Polonia. Oltre a Daniel Besthorn alla batteria hanno partecipato al set: Tobias Altripp piano, Tymon Trabczynski contrabbasso, Iago Fernandez batteria sulla traccia n.6, Gabriel Rosenbach tromba, Ferdinand Silberg trombone, Charlotte Lang alto sax, Florian Fries sax tenore e Kira Linn sax baritono. Daniel dimostra oltremodo di essere un valido compositore, pur non riuscendo a scrollarsi di dosso talune inevitabili e percettibili influenze provenienti dal passato, sia dalla tradizione afro-americana, che da taluni vissuti precedenti del jazz europea. Ben calibrati anche gli arrangiamenti, impostati su una tela a larghe maglie che consente a tutto il line-up di muoversi agilmente, ma di confluire sistematicamente verso un’unica direzione stilistica. Il concept sonoro si snoda fra tra swing, funk, post-bop e free form, senza mai perdere il contato con la melodia e il fattore «cantabilità».
L’album si apre con la title-track, «Emotions», giocata su un’architettura armonica piuttosto dilatata dove, soprattutto nella seconda parte, non mancano i riferimenti ideali a «Caravan» di Duke Ellington, ma nella versione dei Messengers di Art Blakey. Il costrutto sonoro é estremamente equilibrato, gli arrangiamenti mercuriali e lo scambio fra sezione fiati e retroguardia ritmica trova alcuni punti di eccellenza, davvero da manuale. Con l’arrivo della seconda traccia, «Growing And Changing», una ballata profonda e ricca di pathos, la cui melodia, forse inconsapevolmente, richiama un successo soul-pop di Billy Preston di fine anni Settanta «With You I’m Born Again». Negli oltre sette minuti, il componimento cambia più volte umore, passando da un clima disteso e brunito, ad un’atmosfera metropolitana e funkified segnata dalla forza propulsiva dei fiati, mentre la sezione ritmica non fa sconti a nessuno, sino a giungere ad un finale quasi da marching band. In «The Beast», aleggiano atmosfere più nordeuropee, ma anche qui, il mood spesso cangiante, tenta di non dare troppi punti di riferimento, puntando su un costrutto melodico ecumenico ed a presa rapida. «Hyperactive Mole», conferma l’assunto iniziale del disco con un batterista leader. L’impalcatura tematica assume le sembianze di un hard bop post-moderno, dove la sezione ritmica, in particolare la batteria, riprende lo scettro del comando, trascinando i fiati in un vortice di emozioni in overclocking, mentre lo spirito di Art Blakey sullo sfondo mostra il suo sorriso compiaciuto.
«That Time» si materializza come una ballata intensa e crepuscolare dal sapore vagamente retrò, dove l’ensemble mostra un ottimo livello strumentale, fatto di controllo del suono, pulsazione e fraseggio. «The Rawness And Finesse Of The Drums» è quasi un ode da parte di Daniel Besthorn al proprio strumento «La crudezza e la raffinatezza della batteria». Al contempo, però, la lunga maratona di oltre sei minuti, completamente imperniata sul kit percussivo, diventa per l’autore anche una catarsi liberatoria. «Emotions» di Daniele Besthorn Feat. Radiance è un’opera prima frutto della collaborazione di giovani musicisti che denotano un grado di competenza superiore alla media, dove la naturalezza nello swing e nell’ interplay si uniscono ad un impianto sonoro articolato sul piano della dinamica e ricco di cromatismi, sfumature emotive e strumentali.
