// di Gianluca Giorgi //

Dannie Richmond Quartet, Ode to Mingus (1980)
Charles Daniel Richmond (15 dicembre 1931 – 16 marzo 1988) è stato un batterista jazz americano noto soprattutto per il suo lavoro con Charles Mingus, ma anche per aver lavorato nel mondo del pop con Joe Cocker, Elton John e Mark-Almond. Ha iniziato a suonare il sassofono tenore all’età di tredici anni e ha continuato a suonare R&B con la band di Paul Williams. La sua carriera è decollata quando ha iniziato a suonare la batteria, poco più che ventenne, attraverso la formazione di Charles Mingus. La sua partecipazione al gruppo di Mingus durò 21 anni e continuò anche dopo la morte di Mingus, quando Richmond divenne il primo direttore musicale del gruppo Mingus Dynasty nel 1980. “Ode to Mingus” è l’unico album di Dannie Richmond con questo quartetto, registrato nel 1979 e pubblicato dall’etichetta italiana Soul Note. Troviamo un ottima musica, un post bop che si spinge verso l’avant-garde jazz, sopratutto nel primo brano che da il titolo al disco, sublimi 18 minuti di tributo al maestro Mingus!

THE DON EWELL QUARTET: Yellow Dog Blues (Analogue Productions 1959; ristampa 1987)
Un segreto ben custodito, l’interpretazione del pianista Don Ewell di Waller, Johnson e Morton, venerato a New Orleans e nei circoli jazz tradizionali. Questa “vera registrazione stereo” del 1959 è una grande dimostrazione sonora della sua padronanza nel genere, per gli amanti del jazz e del blues strumentale. Il disco più amato da Harry Pearsons il guru di The Absolute Sound, ed anche il più imperdibile da parte dei collezionisti. Molto ricercato per la sua superba incisione, tagliato da Doug Sax al The Mastering Lab dai nastri master originali.

Infinite Spirit Music, Lve Without Fear (1980 ristampa doppio lp a 45 giri 2019 ltd ed 139/1000)
Disco poco conosciuto e ricercatissimo, l’originale ha una quotazione superiore ai 1000 dollari. Un album bellissimo di umile purezza e pacifiche vibrazioni jazz spirituali.
Un progetto unico e indiscutibilmente oscuro diretto dal pianista, produttore e arrangiatore Soji Ade, che vede la presenza nel gruppo di Kahil El Zabar. “Live Without Fear” è stato registrato nel 1979. Nel disco c’è una superba fusione di ritmi africani, jazz dall’anima soul, improvvisazione libera e percussioni tribali. È difficile non innamorarsi degli impetuosi bonghi, del ricco contrabbasso e del sassofono serpeggiante, il tutto all’interno di esperimenti afro-tribalistici.
Certamente jazz, ma molto Afro! Con questa nuova rimasterizzazione e con le note di copertina aggiunte dall’archivista musicale di Chicago Steven Emmerman, il messaggio di amore e unità spirituale degli Infinite Spirit Music può ora essere apprezzato in tutto il mondo.Disco desiderato da molti collezionisti di ‘spiritual jazz’. Un grande applauso per questa “prima” ristampa in vinile, in tiratura limitata a 1000 copie numerate, dall’ottimo suono, incisa su 2lp a 45 giri (l’originale era su singolo lp), quindi, con tutti i vantaggi che si possono avere in termini di dinamica e pressione sonora.

E.S.T. (Esbjörn Svensson Trio), E.S.T. Symphony (2lp 2016)
Il trio, purtroppo non esiste più, infatti il pianista da cui prende il nome è venuto a mancare nel 2008. Il disco in questione è un tributo sinfonico alle visioni musicali di Svensson, eseguito dalla celebre Royal Stockholm Philharmonic Orchestra, insieme agli altri membri del trio, Dan Berglund al contrabbasso, Magnus Öström alla batteria. C’è tutto il bel canzoniere di chi sdoganò il nuovo trio jazz con pianoforte, poi ripreso e aggiornato da questo trio svedese. L’interplay collettivo funziona a meraviglia, tra orchestrazione (classica) ed improvvisazione (jazz), carezze eteree immerse in bolle elettroniche, si adagiano tra morbidi cuscini di archi. Disco meraviglioso.