// Gianluca Giorgi //

CHARLES LLOYD & MARVELS + LUCINDA WILLIAMS, Vanished Gardens 2018 2lp
A ottant’anni, Charles Lloyd continua a stupire con un album che, ancora una volta, intreccia i fili di jazz, blues e Americana, cosa già successo nella sua lunghissima carriera. Ora c’è Lucinda Williams una tra le migliori cantanti e autrici americane di questi ultimi anni, che ti fa subito innamorare, come capita ascoltando la sua versione di Angel di Jimi Hendrix, che qui chiude alla grande un album che, con Defiant, parte subito col piede giusto. All’inizio è jazz, poi s’intrecciano i fili e comincia la magia in un susseguirsi di emozioni, avvolte in un’atmosfera calda e sognante. Un disco che può accompagnare dalle prime ore del buio fino all’alba. Dentro non c’è solo jazz ma l’America intera.

Archie Shepp, Blasé (LP White) (1969 ristampa 2023)
Sassofonista, compositore, poeta, attore e drammaturgo nato in Florida, Archie Shepp è stato uno dei più articolati esponenti della cultura nera politicizzata alla fine degli anni ’60, un periodo di enormi sconvolgimenti e di pensiero radicale. Trasferitosi a Parigi, realizzò una serie di album molto influenti, Blasé è uno di questi, che affrontavano i temi essenziali della libertà e dell’uguaglianza razziale, attingendo alla base della musica afroamericana. Nel disco, infatti, troviamo molto gospel e blues inseriti all’interno di un suono d’avanguardia. Il gruppo comprende la vocalist Jeanne Lee e i membri dell’Art Ensemble Of Chicago, artisti all’avanguardia, che combinano jazz, poesia e politica radicale. Blasé attraversa il divario tra sacro e profano e viaggia liberamente attraverso il tempo e lo spazio, per creare tanto pre-jazz quanto free jazz. Shepp ha sempre avuto una visione artistica ampia che nel disco lo ha portato da una graziosa ripresa di Sophisticated Lady di Duke Ellington, all’allegria di Touareg; un tour de force ritmico per il trio Shepp-Jones-Favors che riflette la grande ispirazione che Shepp trasse dalla sua apparizione allo storico festival panafricano di Algeri nel luglio 1969, poco prima di entrare in studio per registrare Blasé. La musica nera ha sempre avuto un rapporto affascinante e complesso con la propria storia, gli echi del passato si sentono continuamente nel presente e ciò che una volta era considerato vecchio diventa rapidamente nuovo. Una canzone di una generazione può essere ripresa da un’altra. Se Blasé ci insegna una cosa è che gli artisti più giovani hanno sempre sentito lo spirito dei loro anziani in cielo e in terra. Il calore del blues e il fuoco dell’avanguardia si fondono in modo eccezionale in quest’album seminale che ha ancora una grande potenza musicale ed emotiva.

Matthews Tavares & Leland Whitty, Visions 2lp 2020
Già membri del gruppo BADBADNOTGOOD, qui collaborano per un sublime album che combina jazz moderno e musica classica improvvisata, con il supporto di Giles Peterson e gli arrangiamenti di Arthur Veroicai.Piano, chitarra, sassofono, flauto ed il supporto di basso e batteria, per una suite che combina composizione ed improvvisazione. Gran bel disco!

JIMMY SCOTT, I Go Back Home 2lp 2017
I Go Back Home l’album postumo dell’indimenticabile Jimmy Scott.
Un disco corale e di grande amicizia, un lavoro organico con un sound incredibile. Duetti con il Premio Oscar Joe Pesci, Dee Dee Bridgewater, Renee Olstead e Monica Mancini insieme a una line up di illustri jazzisti, da Joey DeFrancesco a James Moody, da Kenny Barron al Weather Report Peter Erskine. Forse è l’album che Jimmy ha sempre desiderato fare, prodotto assecondando esclusivamente le sue volontà, il controllo sulla selezione delle tracce, i musicisti e gli arrangiamenti, per raccontare la sua storia in musica e vivere il mondo espresso da ogni canzone. Le canzoni sono riprese da vari suoi dischi, rivisitate e rese immortali da duetti sorprendenti e riuscitissimi, oltre da una ripresa del suono strepitosa.

Artisti Vari, Ritmiche Italiane – Percussions and Oddities from the Italian Avant-Garde (1976-1995) (2022)
Dall’etichetta milanese di ristampe Ultimo Tango, arriva una compilation di artisti italiani che sperimentano, traendo dalle percussioni nuove sonorità, con brani presi tra il 1976 e il 1995. Ritmiche Italiane porta l’ascoltatore in un viaggio musicale senza tempo, collegando il lontano passato con l’era moderna, le pianure di un continente perduto con le città della penisola italiana. Gli artisti presenti hanno lavorato senza barriere e convenzioni tra i generi, riuscendo a mettere insieme senza sforzo, influenze west-africane, world music, jazz e colonne sonore di film, ottenendo un tipo di musica sconfinata, meditativa e ipnotica e ancora oggi molto attuale.