// di Gianluca Giorgi //
Calvin Keys, Shawn-Need (1971-2021)
Calvin Keys è oggi per lo più un misconosciuto chitarrista jazz afro-americano, ma ha goduto di una certa notorietà negli anni ’70 tra gli appassionati più attenti e curiosi per diversi ottimi album pubblicati in quel periodo dall’ottima Black Jazz Records. Nel 1969, Keys si diresse verso Los Angeles e due anni dopo ha potuto pubblicare il suo primo album, Shawn-Need, per la nuova etichetta discografica Black Jazz Records. Shawn-Neeq, potrebbe ricordare i primi lavori di Pat Metheny (Metheny riconosce Keys come un’influenza), o Grant Green, ma ciò che da a Shawn-Neeq una profondità extra è che viene dal cuore; come dice lo stesso Keys nelle note di copertina di Pat Thomas, che contengono un’intervista con l’artista: “La mia cosa era scrivere di alcune delle esperienze che ho avuto nella mia vita”. Keys da allora è diventato un punto fermo nella scena jazz, ha suonato e registrato con grandi musicisti come Ray Charles, Ahmad Jamal, John Handy, Bobby Hutcherson, Sonny Stitt, Donald Byrd, Lou Donaldson, Freddie Hubbard, Woody Shaw, Eddie Henderson, Stanley Turrentine, George Coleman, Jimmy Witherspoon, Hadley Caliman, Pharoah Sanders, Joe Henderson, Tony Bennett e Luther Vandross. Un album molto bello, un’altra gemma del celebre catalogo Black Jazz appena rimasterizzato
Ralph Thomas, Eastern Standard Tme (1980 ristampa BBE 2018 in doppio LP)
L’etichetta inglese BBE sta scovando negli archivi di diverse case discografiche, come ad esempio la Strata East Rec., portando alla luce diverse gemme nascoste come questo album di Ralph Thomas. Originariamente auto prodotto negli USA per una etichetta semi sconosciuta, ora l’originale ha cifre discretamente elevate. Ralph Thomas è uno spirito irrequieto, mentre frequenta il conservatorio di Chicago nel 1969 diventa membro del Chicago A.A.C.M, ha poi registrato con note leggende del blues, Howlin’ Wolf e Mighty Joe Young (Cadet e Chess), nel 1974 si trasferì a Los Angeles e fu impiegato come session player sia con la 20th Century Fox che con la Motown. Ha lavorato con la Quincy Jones Productions, ma la passione per la musica reggae lo porta in Giamaica. Nell’86 si trasferisce a New York dove collabora con la leggenda del Boogaloo Johnny Colon e suona con esploratori musicali come Sun Ra, Don Cherry e Olatunji. Tuttavia, nel 1993 si sposta a Parigi dove studiò etnomusicologia e si esibì con diversi musicisti fra i quali il percussionista Trilok Gurtu, così come con il batterista Sunny Murray e la leggenda del sassofono Archie Shepp. Sempre in Francia ha gestito una galleria d’arte e ha iniziato il suo progetto MusArt – con la quale ha girato negli Stati Uniti, in Canada e in Giappone. Dopo un periodo produttivo a Chiang Mai, in Thailandia – dove si è immerso nella cultura Issan – Ralph Thomas è tornato negli Stati Uniti per vivere e lavorare. Sebbene abbia creato un’enorme quantità di musica nel corso degli anni, ‘Eastern Standard Time’ rimane l’unico album di Ralph Thomas ed è disponibile ora da BBE Music. Disco difficile da catalogare perché come dice lo stesso musicista: “La mia musica è sempre stata aperta a diverse culture e suoni afro-cubani, brasiliani, messicani, peruviani, americani, ebraici, turchi, africani, indiani e giapponesi”.


Dr. Lonnie Smith – Breathe (doppio vinile rosa 2021)
Disco live, seguito dell’altrettanto splendido live All in My Mine del 2018, pubblicato nel 2021 stesso anno in cui il “dottore” ci ha lasciato, con inserite due cover, 3 nella versione doppio vinile, incise in studio e cantate da Iggy Pop. La musica del “dottore” delle tastiere Lonnie Smith, gran cerimoniere dell’hammond B3, è più o meno la stessa di sempre, un gradevole jazz con struttura soul, realizzato con leggerezza senza essere mai banale. L’ex Stooges nei suoi interventi non è niente di trascendentale, ma è interessante e simpatico che due artisti di provenienza culturale così lontana abbiano deciso di lavorare a queste vecchie hit. Notevole l’arrangiamento musicale sull’arcifamosa Why can’t we live together, portata al successo planetario da Timmy Thomas nel ‘73, con il sempre ottimo e in questo caso graffiante Hammond di Smith, ma anche con il piacevolissimo solo di chitarra di Jonathan Kreisberg e con il drumming deciso di Johnathan Blake. Molto belle anche Pilgrimage, un blues virato gospel affidato alla voce soul del mezzosoprano Alicia Olatuja e Epistrophy immortale standard del pianista Thelonius Monk, rivisitata in maniera egregia dal “Dottore”. Un piacevole disco, sicuramente di mestiere questo Breathe, che ci permette un “respiro” profondo dandoci molte emozioni, che sono poi ciò che da sempre cerchiamo ascoltando musica.
Wendell Harrison & Phillip Ranelin, Message From The Tribe (1972 ristampa 2018)
Uno dei dischi meritatamente più famosi dell’etichetta Tribe Records, un vero capolavoro di soul-jazz! Il Genio Wendell Harrison si presenta nel panorama underground della Detroit degli anni Settanta con questa registrazione che lo vede assoluto protagonista, per l’occasione affiancato da una band all-star che comprende tutti i musicisti più famosi della Motor Town di quell’epoca, tra cui il trombettista Marcus Belgrave, il trombonista Phil Ranelin, Jeamel Lee alla voce, Charles Eubanks al piano elettrico e Charles Moore al flicorno. Tutti i brani sono pervasi da una coinvolgente atmosfera spirituale che ricorda alcuni degli ultimi album realizzati da Archie Shepp per la Impulse, un azzeccatissimo mix di soul jazz con un modico contributo di strumenti elettrici, alcuni passaggi vocali e uno spirito indomitamente innovativo, che procede con orgogliosa fierezza verso la nuova libertà degli anni Settanta, mantenendo però un approccio inconfondibilmente swing e groovy! Ottima ristampa Pure Pleasure.


Workshop De Lyon, La Chasse De Shirah Sharibad (1975 ristampa 2017)
Prima ristampa in assoluto di La Chasse De Shirah Sharibad dei Workshop De Lyon, pubblicato originariamente nel 1975, grazie alla Souffle Continu Records. Con l’arrivo del clarinettista-sassofonista Louis Sclavis nel 1973 (e la partenza del trombettista Jean Mereu nel 1975), nasce il Workshop De Lyon dalle ceneri del Free Jazz Workshop. I Workshop de Lyon hanno registrato questo album “La Chasse de Shirah Sharabad” in un momento politico molto turbolento che influenza freneticamente la loro creatività musicale, rendono omaggio all’Art Ensemble Of Chicago e ad Albert Ayler con emozionanti improvvisazioni jazz ad alta energia. Con il loro melodismo sempre inventivo, il Workshop De Lyon pone su questo album un folklore immaginario diverso da qualsiasi altro. È una miscela sapiente di avanguardia e tradizione, il gioco collettivo che compete, con brio e complessità, con l’urgenza ispirata dei solisti. Il primo LP dei Workshop De Lyon è stato pubblicato a metà degli anni ’70, ma il fatto che si siano formati come Free Jazz Workshop nel 1967 significa che il gruppo festeggia il suo 50esimo compleanno nel 2017. Per celebrarli, l’impressionante etichetta francese avant-jazz Souffle Continu sta pubblicando alcuni dei primi lavori cruciali dell’ensemble. La Chasse de Shirah Sharibad del 1975 è un ottimo esempio di come il free jazz possa spingere i confini della forma e dello stile pur rimanendo coinvolgente. Selvaggio e libero, ma radicato in cose come Bechet, Monk e George Russell. Straordinario! Stupenda confezione con inserto di 12 pagine, suono ottimo.
Cosmic Michael, Phil Musra Group, Peace In The World / Creator Spaces (2LP tiratura limitata questa è la 791 di 1000)
Doppio LP, edizione limitata a 1000 copie su Now-Again Reserve Edition, masterizzati dai nastri originali, costosissimo già all’uscita e subito esaurito. All’interno un ampio libretto con note di copertina dello storico del jazz Clifford Allen. Copertina apribile con foto tipo volantini incollati sia sul fronte che sul retro. Album di potenti miscele di spiritualità, fuoco espressionista e novità elettrizzate. “Una coppia di rari album di avant jazz, riuniti qui insieme!
Il primo album è Peace In The World – forse l’unico album pubblicato sotto il nome di Michael Cosmic – un set con suo fratello, l’armonicista Phill Musra! Il set ha Cosmic in un territorio molto inebriante – suoni che provengono dalla sua giovane permanenza nell’AACM, il suo breve periodo con Cecil Taylor, e la sua reputazione nascente sulla scena di Boston degli anni ’70 – dove il set è stato registrato. Le tracce sono lunghe e molto libere, ma hanno anche momenti spirituali – e Cosmic suona principalmente il piano, con Musra al sax soprano e tenore. I titoli includono “We Love You Malcolm X”, “Peace In The World”, “Sapce On Space” e “Arabia”.
L’altro album correlato è Creator Spaces, di Phill Musra – registrato all’epoca in cui faceva parte della scena avant molto underground di Boston. Una scena che era leggermente diversa rispetto a Chicago, Detroit o New York! L’album ha un’inclinazione spirituale avant – soul, con molti riferimenti anche al cosmo – e un approccio che ricorda molto una classica sessione della Saturn Records di Sun Ra, sia nel suono che nello spirito! Musra suona le ance, i carillon e le percussioni, c’è un incredibile lavoro al sax di Michael Cosmic, che suona anche un po’ di organo, di nuovo in un modo da trip, tipo Ra. Huseyin Ertunc suona le percussioni, in modo molto libero e sciolto, così da un creare un grande equilibrio con le linee più spigolose del disco. I titoli delle tracce tracce: “The Creator Is So Far Out”, “The Creator Spaces”, “Egypt” e “Arabia”. Disco non per tutti ma estremamente interessante.

