// di Gianluca Giorgi //
Pharoah Sanders, Moon child (1990 ristampa ltd. ed. 1000 copies, 180 gr. purple vinyl 2021)
Edizione limitata a 1000 copie, numerate sul retro copertina, in vinile da 180 grammi color porpora, copertina “textured” pressoché identica alla rara prima tiratura. Ristampa del 2021 ad opera della Music On Vinyl, uscita in occasione del 45esimo anniversario della casa discografica Timeless, storica etichetta olandese specializzata in jazz. Il sassofonista Pharoah Sanders si fece notare negli anni ’60, collaborando con il grande John Coltrane negli ultimi e sperimentali lavori di quest’ultimo, ed indubbiamente risentì dell’influenza di Trane, oltre che mostrare affinità con un altro grande del free jazz, Albert Ayler. Originariamente pubblicato nel 1990 dalla Timeless in Olanda. Sanders, in questa fase della sua carriera, è lontano dall’avanguardia di ispirazione free e si concentra invece su di un soave e melodico jazz dai toni poetici e spirituali. In scaletta troviamo la lunga title track, dilatata e spaziosa che apre la scaletta con note gentili ed avvolgenti, seguita da altri cinque episodi dai toni riflessivi e dal sound melodico. Fra i brani spiccano: “Moon rays” di Horace Silver, sostenuta da un groove che intreccia jazz e sapori afro-caraibici; “The night has a thousand eyes”, leggermente più vivace ed estroversa, che richiama il John Coltrane melodico dei tardi anni ’50/primi anni ’60; il notturno, elegante e lento standard “Soon” di Gershwin.
Yom, Celebration (2021)
Celebration è il disco composto dal clarinettista francese Yom in occasione della nascita del suo primo figlio. Tutti i titoli, come anche la splendida copertina, evocano con grande pudore il miracolo della procreazione. Un invito alla dolcezza e alla pace, meditativo e intriso di una confidenziale bellezza. Yom; clarinetto, percussioni e pianoforte è accompagnato da Leo Jassef; pianoforte e percussioni. Il suo strumento preferito, il clarinetto, si presta magnificamente alle dolci melodie ispirate da questa nascita. Una suite spirituale contemplativa intrisa di musica jazz, classica e orientale. Nel disco, infatti, si possono sentire echi di clarinetto turco modale, colonne sonore di film giapponesi, musica per pianoforte, ritmi orientali, mediorientali oltre a un lirismo klezmer, il tutto crea arabeschi sonori sotto la visione musicale unica di Yom. Il clarinettista negli anni sta sviluppando uno stile sempre più personale, che culmina in quest’opera impressionista, forse l’opera più bella della sua carriera fino ad oggi. Un flusso d’amore contagioso.


Nat Birchall Unity Ensemble, Spiritual Progression (2022)
Dopo una recente serie di eccezionali album in solitario, il sassofonista jazz Nat Birchall pubblica la sua nuova registrazione in studio “Spiritual Progressions” con il suo attuale gruppo di lavoro, Unity Ensemble (composto da musicisti che in passato hanno già suonato con Nat). Nat dice di aver scelto il nome del gruppo perché “questo particolare gruppo di musicisti ha un suono molto “unificato”, ogni musicista ha un suono e un concetto molto individuale, ma tutti si uniscono in questo gruppo e si fondono incredibilmente bene. Fare musica con questa band è pura gioia”. L’album contiene quattro brani, tutti composti da Nat, che illustrano magnificamente la musica di Nat. È stato registrato dal vivo nello studio di Manchester, poi Nat ha sovrainciso alcune percussioni e altri strumenti (mbira, balaphon, flauti di legno, ecc.) per aggiungere ulteriori trame alla tela musicale. Il sassofonista con sede a Manchester non ha eguali nella sua diffusione del jazz spirituale nel Regno Unito e per me è sempre un gran bel sentire!
Artifacts, …And Then There’s This (2022)
Artifacts è progetto a firma di tre dei più brillanti esponenti della terza generazione dell’ Advancement of Creative Music (AACM) di Chicago, nonché riconosciuti come importanti musicisti dell’innovativa scena jazz di Chicago – la flautista Nicole Mitchell, la violoncellista Tomeka Reid e il batterista Mike Reed. Per questo loro secondo disco (molto bello anche il primo di sole rivisitazioni di brani altrui) il trio compone una scaletta di sette composizioni originali e due reinterpretazioni (Mitchell e Abrams) sempre in omaggio alla storia, ai valori culturali e artistici della AACM. La sperimentazione è in prima linea ma grazie alla versatilità dei musicisti l’ascolto non è per nulla impegnativo. Versatilità: da parte della Mitchell che utilizza più flauti, dell’ottimo e scarno lavoro di Reed alla batteria e della Reid che utilizza il violoncello sia come contrabbasso di un trio jazz che con l’archetto. Il disco si inserisce all’interno dell’avant-jazz di Chicago e alla “cultura nera” nelle sue innumerevoli sfaccettature: sociali, culturali e artistiche.


Various, Hyperituals Volume 1 – Black Saint/“Soul Note” (2lp 2022)
Doppio vinile splendidamente prodotto con note di copertina di Enrico Bettinello, il primo di una serie dedicata alla seminale coppia di etichette italiane (questo alla Soul Note, un prossimo alla Black Saint) curata da Khalab (Raffaele Costantino). Alla fine degli anni ’70 il jazz era caduto in disgrazia, il suo pubblico si era allontanato passando all’ascolto di rock, soul e funk. Di conseguenza, molti artisti poterono trovare una casa per i loro sforzi solo su etichette private o piccole e indipendenti. In Italia nacquero 2 etichette “sorelle” la Black Saint (1975 Giacomo Pellicciotti) e la Soul Note (1979 Giovanni Bonandrini, il quale aveva già rilevato la Black Saint nel 1977). L’etichetta con sede a Roma, Hyperjazz Records di Raffaele Costantino, ha fatto un tuffo profondo nei loro ampi cataloghi e ha prodotto questo “Hyperituals Vol. 1 – Soul Note”, una compilation in doppio LP che raccoglie gemme di Billy Bang, Hamiet Bluiett, Beaver Harris, Paul Motian, Tony Scott, George Russell, Andrew Cyrill, Max Roach, Nanà Vasconcelos e altri. L’album è principalmente un’immersione profonda nel jazz prodotto negli anni ’80, raccoglie 13 gemme dal catalogo della Soul Note, molte delle quali mai uscite in vinile fino ad ora. Ottimo disco esaurito in stampa. È già in lavorazione un secondo volume dedicato al catalogo Black Saint.
