/ di Gianluca Giorgi //

Levitation Orchestra, Illusions and Realities (2lp 2021)

Copertina splendida che potrebbe far pensare ad un disco prog, ma approfondendo l’ascolto si scopre un disco inimitabile che supera ogni etichetta di genere. La Levitation Orchestra è un vivace collettivo jazz con sede a Londra, una formazione aperta (14 elementi in questo disco) che opera con un approccio libero nel fare musica, tipo comune di altri tempi. Il disco, infatti, è costruito in modo cooperativo, con ogni membro che apporta il proprio contributo alla stesura dei singoli brani, il tutto guidato dalla direzione poco invasiva del trombettista Axel Kaner-Lindstrom, che raramente occupa il centro della scena. Nel gruppo, fra gli altri, ci sono membri dei Cykada, dei SEED Ensemble e di Alabaster dePlume, la loro formazione strumentale alternativa, non solo jazz, si ripercuote nella musica creata. Musica che oscilla tra i fondamenti del jazz spirituale di Alice Coltrane, lo spirito libero di Ornette Coleman e della Arkestra di Sun Ra, il lambast parlato dei Sons of Kemet, che si dispiega elegantemente con una delicata stratificazione di strumenti intrecciati e che in alcuni casi lambisce il prog. Oltre al jazz ed al prog, la generosa composizione del disco ci fa incontrare elementi di ambient, elettronica e persino punk. Nonostante esistano già diverse realtà nella scena del nuovo jazz, i Levitation Orchestra hanno tutti gli strumenti per emergere e raggiungere la vetta.

GAF & Love Supreme Arkestra, Garden Island (2LP) – Edizione limitata a 300 copie, già fuori catalogo.

Spettacolare psichedelia “mistica”, infusa di jazz, della band di culto delle isole Canarie; GAF.
Settimo album accreditato a GAF & the Love Supreme Arkestra, una delle varie sigle utilizzate dal gruppo che adotta una serie di diversi addendi ai loro nomi (Love Supreme Arkestra, La Estrela de la Muerte, ecc.) per illustrare la mutazione o l’influenza di cui si nutrono al momento della registrazione. Infatti in questo lavoro si evidenzia il lato più incline alle sperimentazioni jazz di Sun Ra ed Alice Coltrane. Attraverso sette lunghi brani strumentali, il gruppo spagnolo fonde mirabilmente le atmosfere mistiche e contemplative della Coltrane con quelle visionarie e collettive della Arkestra di Sun Ra, insieme ad un moderno approccio allo space rock ed alla psichedelia che a tratti si accosta alle pulsazioni soniche dei tedeschi Can, il tutto registrato nel corso di una jam session completamente improvvisata. In questa musica libera, possiamo ascoltare sassofoni, marimbe e sezioni ritmiche che si intrecciano come serpenti a spirale su un mare di lava incandescente. Per i fan di Sun Ra, Alice Coltrane e di tutti i mistici amanti del free spiritual jazz. Un disco da “immersione” profonda!

Khan Jamal, Khan Jamal’s Creative Arts Ensemble, “Drum Dance To The Motherland” (1973 ristampa 2022)

L’album di debutto del vibrafonista-percussionista Khan Jamal come leader è una gemma dimenticata del jazz sperimentale. Viene ristampato 45 anni dopo ed è veramente una gioia ri-scoprirlo, un viaggio meravigliosamente stravagante. È un disco incantevole: profondo, avventuroso e pieno di anima. Anche nel regno della musica d’avanguardia, dove tutto è possibile, questa registrazione rivela un approccio completamente nuovo all’improvvisazione libera, indubbiamente influenzato dalle innovazioni del rock psichedelico degli anni ’60 e dalle tecniche di produzione del dub (gli effetti sonori utilizzati da Mario Faina, come l’eco del nastro spalmato sulla batteria). Un improbabile fusione di espressionismo free jazz, psichedelia nera e dub, liberamente improvvisata (ma non necessariamente free jazz), pulsante, irrequieta ma riposante. Pubblicato originariamente da Jamal nel 1973 in un’edizione di trecento copie per la Dogtown Records, Drum Dance To The Motherland è rimasto un “mito” fino alla ristampa in CD del 2005. Poiché i nastri master sono scomparsi da tempo, l’audio è stato trasferito negli studi di Sony Music sulla 54a strada da una copia intatta dell’LP originale ed il risultato è ottimo malgrado sia stata registrato live in uno scantinato di un bar di Filadelfia. Non esiste un altro album che suoni anche solo lontanamente come questo eccentrico e unico capolavoro del vibrafonista Khan Jamal, Drum Dance To The Motherland, un documento davvero straordinario di esplorazione musicale. Stupendo!

Jamael Dean – “Black Space Tapes” (2019)

Il pianista e produttore Jamael Dean è da molti considerato ragazzo prodigio del nuovo jazz americano, infatti appena ventenne, Jamael Dean ha già collaborato e suonato con artisti del calibro di Kamasi Washington, Thundercat e Carlos Nino. La sua musica è influenzata dai suoni contemporanei di Los Angeles e dagli antenati del jazz: Sun Ra, Alice Coltrane, Herbie Hancock e il batterista soul jazz Donald Dean, che è anche suo nonno. Questo suo debutto è co-prodotto, compilato e sequenziato da Carlos Niño, produttore, compositore, arrangiatore e DJ di fama internazionale. È un debutto impressionante, che ha qualche momento più avant rispetto ad altri dischi di questo tipo. Dean rivela una visione del jazz ampia quanto quella di suo nonno ed èbravissimo nel fare assorbire al jazz; hip-hop, elettronica, R&B e ambient, con uno sguardo verso il futuro. Il disco sembra un sogno ad occhi aperti, crea uno spazio cosmico immaginario pieno di armoniche svolazzanti di flauto, voci senza parole e audaci brani di pianoforte. Gran bella scoperta!

Black Flower – “Magma” (2022 ltd coloured edition)

Il gruppo belga di hybrid-jazz Black Flower pubblica il quinto album “Magma” per l’etichetta belga Sdban Ultra. Guidato dal sassofonista/flautista/compositore di Bruxelles, Nathan Daems (Echoes of Zoo, Dijf Sanders), il sound del quintetto è un vibrante ed ipnotico mix di Ethio jazz, afrobeat, psichedelia con intrecci prog e influenze orientali, ispirato da Mulatu Astatke, Fela Kuti e varie tradizioni musicali occidentali. Fra i musicisti, sono ospiti Jon Birdsong (dEUS, Beck, Calexico) alla cornetta, Simon Segers (Absynthe Minded, De Beren Gieren, MDCIII) alla batteria, Filip Vandebril (Lady Linn, The Valerie Solanas) al basso e Karel Cuelenaere (John Ghost) alle tastiere, con il suo incredibile virtuosismo che senza ombra di dubbio ha elevato il suono dei Black Flower. La formazione belga cresce di disco in disco e la loro fusione di jazz, prog e world music è inebriante, intensa e serpentina. È veramente un ‘magma’ in cui perdersi completamente!!!

Nat Birchall “Afro Trane” (2022 vinile bianco) Edizione limitata a 250 copie, già esaurita.

Nat Birchall è uno dei miei sassofonisti contemporanei preferiti. “Afro Trane” come il titolo fa intuire rende omaggio al grande sassofonista, John Coltrane. Nel disco ci sono metà classici di Coltrane e metà nuove composizioni di Nat che sono nella stessa linea di Coltrane. Nonostante l’influenza di Coltrane, si può sentire che Nat porti abbastanza di suo per renderlo piuttosto originale ed unico. Sorprendente che Nat suoni tutti gli strumenti da solo (percussioni, mbira, harmonium, pianoforte, Korg Minilogue, basso elettrico, clarinetto basso, oltre ai sassofoni tenore e soprano), sembra, infatti, di sentire un piccolo combo jazz. Uno degli album di jazz spirituale più belli di Nat e probabilmente uno dei più belli in senso assoluto. Tremendamente bello, molto meglio su disco di quanto si possa pensare sulla carta.