// di Francesco Cataldo Verrina //

Immaginate di fare un lungo viaggio di fantasia che si sviluppi in varie direzioni, attingendo ai quattro punti cardinali della musica. La velocità di crociera, l’armonia, il flusso melodico sono garantiti da «Perfect Journey» di Enrico Solazzo, musicista multitasking ed uomo di multiforme ingegno sonoro, capace di spaziare dal rock al jazz, dal blues al pop, dal soul al flavour latino, muovendosi in lungo e largo tra composizioni originali e cover, manipolate ed eseguite con un mood personale e contemporaneo.

Solazzo affronta da qualche giorno il mercato con un concept alquanto sui generis, basato sull’idea di un’inclusiva fusion moderna e sul principio dei vasi comunicanti tra stili e generi musicali. «Perfect Journey» assume le sembianze di un’esplorazione ad ampio raggio, magnificata dalla folta partecipazione di turnisti e sodali a rotazione, tra cui emergono nomi di spicco del panorama nazionale e internazionale come: Fabiana Rosciglione (voce), Tollak Ollestad (voce e armonica), Gianni Rotondo (voce), Antonella Vitale (voce), Dynamite MC (voce), Max Calò (voce), Kadir González López (voce), Angelo Romano (voce), Lo van Gorp (voce), Max Filosi (flauto e sassofoni), Sergio Vitale (tromba), Enzo De Rosa (trombone), Stefano Di Battista (sax soprano), Paolo Recchia (sax soprano), Baptiste Herbin (sax alto), Chase Baird (EWI e sassofoni), Antonio Faraò (pianoforte), Stefano Profazi (chitarra), Franco Vinci (chitarra), Giancarlo Capo (chitarra), Antonio Bruno (chitarra), Rocco Zifarelli (chitarra), Dario Rosciglione (contrabbasso e basso), Giorgio Rosciglione (contrabbasso), Saverio Capo (basso), Francesco Puglisi (basso), Marco Siniscalco (basso), Michel Rosciglione (basso), John Peña (basso e basso synth), Niclas Campagnol (batteria), Lele Melotti (batteria), Beppe Basile (batteria), Stefano Marazzi (batteria), Dennis Chambers (batteria), Roberto Gatto (batteria), Francesco Mendolia (batteria), Gegè Munari (batteria), Stefano Rossini (percussioni), Gumbi Ortiz (percussioni), Tony Esposito (percussioni).

Nonostante la ricchezza strumentale e le varietà timbriche, il pianista brindisino è riuscito a legare ed amalgamare perfettamente uomini e idee, componimenti freschi di conio, otto a firma Solazzo e partners vari ed evergreen provenienti da contesti assai differenti, sei per l’esattezza. L’autore descrive così la sua creatura: «Dopo molti anni di produzioni e collaborazioni discografiche, ho pubblicato questo mio primo album. Nel CD si alternano composizioni originali e famose cover che racchiudono varie influenze e stili musicali, spaziando dal jazz al blues fino all’elettronica, il tutto impreziosito dalla collaborazione di quaranta musicisti di fama internazionale quali Dynamite Mc, Dennis Chambers, Antonio Faraò, Tollak Ollestad, Roberto Gatto, Chase Baird, Lo Van Gorp, Stefano Di Battista, John Peña, Baptiste Herbin, Gumbi Ortiz e il giovanissimo talento cubano Kadir González López, solo per citarne alcuni. Il mio amore nel creare sonorità coinvolgenti con arrangiamenti di grande ricercatezza e gusto fanno di questo album un «viaggio perfetto» da percorrere ascoltando ogni singolo brano».

L’opener, «Algo Azur» a firma Dario Rosciglione ed Enrico Solazzo, fornisce subito le coordinate del viaggio sonoro e della cifra stilistica del pianista brindisino, attraverso un piacevole e ventilato veleggiare in acque tranquille su un plateau alquanto levigato e addolcito da un piacevole ricamo vocale e da sonorità esotiche. La stessa atmosfera, rilassata e vacanziera viene ripresa in «Deep», altra traccia uscita dal magico cilindro di Solazzo e snocciolata come il tema di un film. Frugando fra gli originali scritti da Solazzo, colpiscono in particolare, «Angel Eyes», una suadente ballata smooth-jazz ammantata da un canto ricco di pathos e la «title-track, un vero gioiello di fusion contemporanea giocata su ricchi intrecci strumentali e cambi di passo. «Paint The Picture» strizza l’occhio all’hip hop, con un groove tagliente e funkified, mentre in «What’s Up» riaffiorano certe atmosfere alla Pino Daniele. Con «Zero Gravity» siamo a metà strada tra Lionel Richie, Stevie Wonder e Gino Vannelli.

Analizzando le varie cover, si capisce come Solazzo sia un musicista dai tanti interessi e dagli amori molteplici, a cominciare da «El Negro Chino» un irresistibile costrutto afro-tropicale dai contrafforti brasiliani, passando per «You’re A Thrill», una ballata melodica ed avvolgente, adatta alle scene romantiche di un musical. Piuttosto caratterizzato il rifacimento di «September» degli Earth, Wind & Fire, riproposti attraverso un impianto sonoro e una dinamica esecutiva propedeutica all’innesto in un humus più vicino allo stile Manhattan Transfer. Nella ripresa di «Caruso» di Lucio Dalla c’è qualcosa di molto sentito, senza alcun tentativo di ricalco manieristico. Ultima perla di saggezza, la cover di un componimento a firma Donald Fagen lanciato nel 1984 da Greg Phillinganes, un esempio di fusion a metà strada tra funk, jazz, soul e Gino Vannelli, terreno di coltura assai caro al titolare dell’impresa. Il jazz rimane molto sullo sfondo, ma «Perfect Journey» è semplicemente un viaggio perfetto intorno ai colori della musica, null’altro: come dicevano i Latini, nomen omen.

Enrico Solazzo

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