// di Marcello Marinelli //
Ascolti una canzone fra le tante nella tua playlist che hai creato e ti imbatti in perfetti cantanti sconosciuti. Aggiungi sapori sonori, senza curarti dell’autore, almeno non sempre, nella speranza vana di cogliere l’essenza della musica senza sovrastrutture mentali. Alla fine di una qualsiasi serata, intercetti quei sapori e focalizzi l’attenzione su un gorgheggio. Il gorgheggio che ho intercettato con la funzione random, è casuale, ma l’avevo già salvato, ma non l’avevo ancora vivisezionato. Il gorgheggio e la litania soul mi cattura la curiosità, entro in sintonia con questo piccolo brano vocalizzato, un frammento musicale, oserei dire. Il gorgheggio in questione è di una cantante asiatica-americana di nome June Marieezy, nel frattempo mi sono informato, e il pezzo di appena 1.43, è “If You Wanna”.
Lo metto a ripetizione e quindi, invece di un brano brevissimo, lo dilato oltremisura e diventa una suite di tre quarti d’ora, vabbè ho esagerato, di almeno mezz’ora, ma la sostanza non cambia, dilato l’ambientazione sonora. Sono proprio un figlio degli anni ’70. La dilatazione del tempo, o almeno la percezione della dilatazione del tempo, come filosofia di vita. (‘N sacco bello, no?) Nel frattempo ho una sensazione quasi certezza , non avevo esagerato prima, a proposito della durata del pezzo, perché sto ancora scrivendo e il tempo passa e io sono sempre sullo stesso brano rimesso a ripetizione, sono quasi a tre quarti d’ora. Questo brano sembra diventato un pezzo di Philip Glass, noto musicista minimalista, un remix, quasi dub, dalla durata indefinibile. In questo momento sono minimale, riduco tutto all’osso, ho scarnificato il senso di questo momento. Ho bisogno di ipnosi lucida e l’atmosfera ipnotica mi piace.
Ogni tanto mi fermo e un dubbio mi assale: “ma starò scrivendo cazzate?”. Soprassiedo a questa domanda, perché non sempre è utile farsi domande, e vado oltre, Certo che potrei fermarmi anche qui ma ormai sono in preda ad un raptus e continuo imperterrito a riascoltare “If You Wanna”, ma devo darmi una limitata perché sono l’una e 10 e domani devo andare a lavorare. Prima sono stato poco lungimirante, ormai il tempo dilatato è quasi un’ora e più. Forse alla fine odierò questo brano per indigestione uditiva, o forse l’amerò per tutta la vita, perché gli ho dedicato un’ora o più della mia vita. Questi sono pensieri notturni, e si sa, ai pensieri notturni non si comanda. Escono da soli, sgorgano spontaneamente,non si sa da dove e vanno per conto loro, e io non faccio che assecondarli, perché forse sono pensieri pazzi e i pensieri pazzi non vanno contraddetti, ma io vi do il permesso di contraddire i miei pensieri pazzi, sono pensieri pazzi amanti della dialettica nonsense. Non sono suscettibili e non si offendono e rispettano altri pensieri pazzi. Mi accorgo di come scorre il tempo perché 1.43 volano velocissimi e “If You Wanna” scandisce lo scorrere del tempo. Forse qualche audace arrivato sin qui si starà domandando: “de annà a dormì neanche a parlanne?”.
“Vabbè mo ce vado e quanta fretta, la notte è lunga, faccio io e poi mica è detto che se sto svejo io ce devi stà pure te, và a dormì no?“. Questo scritto sta prendendo una brutta piega e io non voglio un alterco, con un lettore spazientito immaginario, Sono l’una e mezza e stasera ho deciso di fare tardi, nonostante il mattino incombente. Go girl! Go June continua con il tuo sexy “If You Wanna” io ti ascolto per un altro quarto d’ora e poi vado a nanna. Beh un altro quarto d’ora è passato cara June e grazie per la compagnia di questo fine serata di dicembre. Buonanotte baby e scusa se ti ho vivisezionato ma era una vivisezione a fin di bene, indolore e pacifica, June cosa mi stai chiedendo? “If You Wanna”. “Baby, You Know, I Wanna”.
Ore 1.45, The End!