Michel Petrucciani (1962-1999)
// di Marcello Marinelli //
“NUMBER ONE”, già chi non si sente, almeno per un momento “Number one”, il numero uno al mondo. Ognuno di noi, almeno per un momento è il “numero uno”, guai se così non fosse. Siamo tanti numeri uno, anche se a volte, non ci crediamo. Basta trovare un ruolo, anche piccolo, ma utile del nostro essere al mondo e allora siamo numeri uno, nel nostro piccolo. Non è mica importante essere dei geni per autoproclamarsi numeri uno. Dobbiamo sentirci numeri uno, per dimostrare la nostra utilità al mondo, all’universo tutto. “Anche le piccole cose possono farci sentire numeri uno?” domanda il soffio della coscienza che mi circonda. “Si anche le piccole cose, anzi soprattutto le piccole cose ci fanno sentire grandi”. Allora se siamo numeri, sentiamoci in cima al podio, anche quando ci sentiamo perdenti, quando il mondo va all’incontrario, perché se i valori dei vincenti non si condividono, tanto vale sentirsi perdenti, orgogliosamente perdenti, i Number one dei perdenti. Beatamente e armonicamente perdenti.
II polacchi mi dondolano con i loro ghirigori all’abbandono del perdente, ci sanno fare i polacchi con quei nomi così pieni di consonanti, così difficilmente pronunciabili. In Polonia pare ci sia stata una carestia di vocali. Marcin Wasilewsky , Slawomir Kurkiewicz, Tomasz Stanko. Stanko è il nome più facile ed è anche il mio stato d’animo, miscela di stanchezza e buone vibrazioni, nel sentire il suono della sua tromba che all’unisono con il sax di Garbarek Jan, il norvegese, espongono la melodia dolce e soave di Manu Katchè il franco-ivoriano che scansiona elegantemente e mirabilmente con le sue bacchette il ritmo sottinteso e soprainteso della melodia da lui composta eseguita da questo gruppo multietnico formato dai polacchi, dal norvegese e dal franco-ivoriano.
Miscela di stanchezza e buone vibrazioni ‘GOOD INFLUENCE’ una buona influenza, un buono influsso e una buona vibrazione. “Chi ce le dà le buone vibrazioni, le buone influenze e i buoni influssi?” , mi domanda sempre la coscienza seduta al mio fianco .”Ce le diamo noi, a noi stessi le buone vibrazioni, cosi ché imprimendo buone vibrazioni su noi stessi, facciamo circolare le GOOD INFLUENCE in un vortice che il frullatore neanche se le sogna, facciamo circolare energia positiva che entra sotto pelle e dentro le mura delle nostre case e per qualche frazione di secondo, anzi per qualche mezzora ci crea la fusione a caldo con l’universo; poi tutta l’energia ritorna e se non ritorna la creiamo di nuovo in un circolo e in un incedere che solo la Farfalla (LULLABY) sa creare nell’aria con quei suoi momenti irregolari, ma al tempo stesso graziosi e psichedelici come il colore e il battere delle sue ali e il suo incedere scomposto ma elegante disegna strani disegni nell’aria frizzantina.
Dalla fredda Polonia Wasilewky con i tasti bianchi e neri del suo pianoforte Stainway mi riscalda il cuore e che dire, un polacco che non pulisce i tergicristalli ma che riscalda i cuori, duri i pregiudizi a morire, per qualcuno i polacchi sono solo lavavetri, a me invece in questo momento stanno riscaldando il cuore……e il francese-ivoriano? Non vive d’espedienti, è un artista, per qualcuno è impossibile che un franco-ivoriano sia anche un artista, una contraddizione in termini e invece godo ascoltare le sue composizioni, le composizioni di un batterista, di un percussionista.
Navigo a vista, rischio frane e affronto tempeste e mi rilasso con le albe, i tramonti e la rugiada, mi crogiolo con la mente e penso ai soli invernali, ai soli di febbraio “FEBRUARY SUN”, il tepore dei soli invernali “all around me”. I magici accordi del piano incastrati con il grande liuto a forma di violino sono alla base dell’armonia universale. Il grande liuto, sua maestà il contrabbasso, scandisce il tempo e la tromba racconta una storia mentre le delicate percussioni della batteria ricamano a mano preziosi ornamenti ritmici
”LOVE WALK”, passeggiata romantica d’amore o cammino amoroso, nei viali alberati di un pomeriggio di novembre “NOVEMBER 99”, rasente le mura di vecchi edifici del centro storico e i mucchi di foglie attutiscono i passi felpati in direzione del centro del cuore. MILES AWAY. ‘Miles Smiles’, il sorriso di Miles cade dal paradiso e si infrange diretto sul viso di una giovane marziana che incamera la bellezza atavica degli avi indoeuropei e si stampa prepotentemente negli sguardi obliqui delle maestranze in ricreazione. A “ROSE” for you. Una rosa per te candida marziana catapultata da mondi lontani a infondere benessere su questa terra di umani alla ricerca della bellezza perduta.
Il soffio del norvegese è melodioso e sprizza amore da tutti i pori e il pianoforte che lo accompagna lo asseconda, perché mai contraddire il pazzo suono d’amore di un sassofono che fuoriesce dalle viscere di un uomo del nord, caldo e freddo insieme, nel ciclo della temperatura umana.
Ormai si è fatto tardi e devo rincasare, “NEIGHBOURHOOD” i quartieri stanno aspettando i pendolari, il ritorno dei dispensatori di armonia,
Michel Petrucciani!!!!?? Quanta armonia hai dispensato, nonostante tutto. Tu così sofferente per la “mala suerte” hai piegato la vita all’insegna dell’armonia. Thank you very much Michel Petrucciani , we don’t forget you. Love and peace forever. Jazz improvisation, love jazz improvisation.
Ispirazione libera dal disco
1) November 99
2) Number one
3) Lullaby
4) Good influence
5) February sun
6) No rush
7) Lovely walk
8) Take off and land
9) Miles away
10) Rose
Con Manu Katchè –drums, Jan Garbarek –tenor saxophone, Marcin Wasileswski – piano, Slawomir Kurkieviwicz – double bass, Tomas Stanko – trumpet .
