«Il mio nome è John Francis Pastorius III e sono il priù grande bassista del mondo»
«Jimi Hendrix ed io abbiamo costruito letorri del World Trade Center da soli, con le nostre mani»

// di Giovanni Casamassima //

Goethe, il poeta forse meno propenso a riconoscere il primato alla musica strumentale, affermava che «emana una forza che s’impadronisce di ogni cosa e che nessuno è in grado di spiegare»

Tutti i grandi filosofi del Romanticismo fanno della musica uno dei centri della loro speculazione. Da Hegel a Schelling, da Schopenhauer a Nietzsche la musica trova un posto d’onore in tutti i sistemi filosofici. Schiller, Novalis, Hoffman sottolineavano come la musica, in particolare quella strumentale, riesca ad esprimere l’inesprimibile, spaziando nelle più alte sfere dello spirito. E. T. A. Hoffmann, scrittore, musicista e critico musicale, a cavallo fra il XVIII ed il XIV secolo, definiva la musica come la «più romantica di tutte le arti», con ciò dava del Romanticismo stesso una definizione che andava ben oltre il dato storico. Infatti per lui la grande musica, anche quella delle epoche passate, era romantica: quella di Palestrina, Bach, Mozart, Hayden, ed infine, più di ogni altra, quella di Beethoven è romantica perché è tale tutta la grande musica: «essa ha per oggetto l’infinito».

Jaco Pastorius, a mio avviso, rientra in questa visione. Riuscite ad immaginare un trio Jaco, Paganini e Chopin? Questa la musica nel Romanticismo, ma fra questi nomi, escluso Jaco ovviamente, Hoffman contemplava anche Bach, Mozart, Hayden e Beethoven. Così come noi possiamo arrivare a Stravinsky e Shostakovic in quella staffetta che dalla grande musica classica, a cavallo del XX secolo, veniva passata al Jazz, a Luis Armostrong, Duke Ellington fino quindi a Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Bud Powell, Miles Davis, John Coltrane.

Jaco rappresenta nella Storia della Musica una interpretazione assolutamente inedita, una visione che raccoglieva quella staffetta per portarla avanti. Oltre alla sua tecnica, e molto originale, c’è il suono e lui ha rincarato la dose con le sue linee di basso, la sua prospettica visione nell’armonia, andando oltre, come la scoperta della Prospettiva rivoluzionò la pittura nel Rinascimento. Cioè cose che sono a disposizione di tutti, ma solo alcuni le vedono. Come l’obiettivo di un Salgado in una grande città insomma.

Ed in tutto questo la sua originalità ha dato una spinta innovativa tutt’ora molto attuale ed anche ineguagliata. Nonostante tanti grandi bassisti che hanno anche cercato di riprendere i suoi passi per portarli avanti. Ovviamente apprezzabilissime “buone volontà”, ma il risultato non è lo stesso. Considerando anche la sua breve vita, e viene in mente Schubert anche lui, come Charlie Christian e Billie Holiday ed alcuni dei nomi su citati, travolto dai propri demoni. Mi spingo oltre, ma non credo in un azzardo, a dire che Jaco sia stato anche un’icona Pop, come Michael Jackson e Jimi Hendrix. Quei nomi della Storia che hanno umiliato il Pop dando dignità e valore alla tecnica intesa come Bellezza, come appunto nel Romanticismo.

Da «Jaco Pastorius- la straordinaria e tragica vita del più grande bassista del mondo» di Bill Milcoswky. Suo biografo ufficiale: «Zawinul, Erskine e Shorter brindavano al loro compagno sconparso bevendo wisky e sfogliando l’album di fotografie di Erskine, dei tempi dei Weather Report. Mentre in sottofondo suonava Ocus Pocus, Zawinul trangugiò un altro bicchierino e proclamò: era proprio un cazzo di genio quel ragazzo!».

Miles Davis. «Passava molto tempo a casa nostra quando non aveva un punto suo. MI insegnava brani come Punk Jazz, e mi parlava delle tecniche di voicing al pianoforte. A volte provavo a parlargli della sua salute, ma non ascoltava. Il suo problema più grande era che non ammetteva di avere un problema. Ogni volta che affrontavo l’argomento lui si allontanava. Arrivammo tutti a capire che Jaco era destinato ad affrontarlo da solo».

La sera dell’11 Settembre 1987 Jaco incontrò la persona sbagliata, in uno dei suoi momenti sbagliati, un buttafuori esperto in arti marziali che a mani nude lo mandò in ospedale in coma. La sera del 19 un vaso sanguigno del cervello si ruppe. Il giorno dopo ogni attività cerebrale cessò. Il tardo pomeriggio del 21 Settembre la famiglia decise di staccare le macchine, Jaco smise di respirare ma il suo cuore continuò a battere per tre ore ancora. E ancora batte nella memoria di chi lo ama.

Continuum


Post Scriptum
Bill Milkovsky «L’ascesa e la caduta di Jaco Pastorius non rappresentano solo la tragica storia dei un genio fallito. Sono anche un atto di accusa ad un’industria discografica indifferente e incurante, che spesso volta le spalle a chi ha contribuito a sostenerla. Sono un atto di accusa ad un sindacato dei musicisti che nasconde che nasconde la testa sotto la sabbia, fingendo di non vedere ciò che accade a quelli che dovrebbe tutelare. »
Tutto il mondo è paese e nulla cambia.