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“An hour of existence”, un’ora di esistenza, prende l’idea del titolo da un racconto di fantascienza nel quale uno dei protagonisti, che per varie ragioni non esiste più come persona fisica, torna a materializzarsi per solamente un’ora all’anno. Cosa faremmo se avessimo a disposizione solamente così poco tempo? Lo utilizzeremmo per compiere azioni eccezionali o semplicemente per goderci la semplicità dei gesti quotidiani?

In un incrocio tra storia e fantascienza, due delle principali fonti di ispirazione del sassofonista, i brani di questo disco prendono spunto e raccontano di personaggi straordinari di un passato storico o di un futuro immaginato che si trovano alle prese con episodi ordinari, che in qualche modo li rendono persone più vicine a noi e meno irraggiungibili. Episodi che in qualche modo ci mostrano come eroi della storia o della nostra fantasia siano persone come noi: così possiamo riuscire a comprenderli meglio e comprendere meglio noi stessi e il nostro presente. Da un re che vediamo in forma di statua in ogni città italiana che litiga per tutto un viaggio in treno con un suo ministro che trova i suoi baffi ridicoli (King’s mustache) a il più grande poeta della galassia che in un lontano futuro impara a esprimersi con le pochissime parole che un incidente al cervello gli ha lasciato facoltà di usare.

Per la realizzazione di questo disco Giovanni Benvenuti ha scritto musiche dove le composizioni, dalle strutture molto articolate, lasciano ai musicisti piena facoltà di esprimere la loro personalità. Pur facendo utilizzo di materiali complessi, come armonie contemporanee e metri e ritmi dispari, la forte importanza data all’immediatezza della melodia vuol portare l’ascoltatore a dimenticare gli aspetti tecnici e ad abbandonarsi al flusso musicale ed al racconto in musica. I musicisti scelti sono persone con le quali Benvenuti ha una affinità musicale di lunga data: il pianista tedesco Christian Pabst, il contrabbassista Francesco Pierotti (con il quale ha registrato numerosi precedenti lavori) ed il batterista Dario Rossi, presente anche nel precedente disco “Paolina and the android”.

NOTE BIOGRAFICHE

Giovanni Benvenuti, sassofonista tenore e soprano nato a Siena nel 1989, si è formato tra il conservatorio di Bologna, dove ha conseguito il diploma con lode e menzione accademica, e il Siena Jazz, dove ha frequentato il master internazionale In.Ja.m, con un corpo docenti comprendente alcuni dei nomi di maggior rilievo nel panorama jazzistico internazionale. Inoltre ha frequentato molti seminari in Italia e all’estero ottenendo premi e borse di studio, tra le quali una che gli ha permesso di partecipare al meeting internazionale IASJ in Danimarca.

Fin da adolescente ha intrapreso la sua carriera concertistica esibendosi dal vivo in Festival, rassegne, teatri e club sia in Italia che all’estero (Turchia, Francia, Germania, Slovenia, Panama, Stati Uniti, Svizzera, Repubblica di San Marino, Città del Vaticano etc.) sia come leader di formazioni sia come sideman. Parallelamente l’attività in studio lo ha portato a partecipare alla realizzazione di numerosi album di altri musicisti ed a pubblicarne alcuni con sue musiche originali. In particolare i tre album con il suo quartetto (Che fine ha fatto il signor Bowman, Paolina and the Android e l’ultimo An hour of existence), i due dischi con il duo Step Two (Binari e Chamber Pressure) ed i due con i Question market (Question Market e Asa nisi masa). Ha collaborato con alcuni tra i migliori musicisti del panorama italiano e internazionale. All’attività di strumentista e compositore alterna quella di insegnante: da alcuni anni è docente di sassofono e musica di insieme presso la prestigiosa accademia Siena Jazz. Inoltre cura la direzione artistica del festival Val d’Agri Jazz.

Giovanni Benvenuti