Vittorio Gennari – “The Sound”, 2006
// di Irma Sandersa //
Scive Alceste Ayroldi: “Il contraltista marchigiano parte dal principio del “rasoio di Occam”: la spiegazione migliore è sempre la più semplice, ovvero non bisogna presumere che esistano più cose del necessario. Il suo fraseggio è sorprendentemente pulito e musicale, ricco e vario, vivace e scattante nei tempi veloci. Struggente e dosato nei medi e negli slow“.
Un disco facile ed immediato, con un gancio melodico fortemente attrattivo, apparentemente semplice, ma di un’eleganza sopraffina e con quelle rare caratteristiche di universalità in grado di accontentare svogliati ascoltatori occasionali, neofiti inesperti e jazzofili più esigenti. «The Sound è un riuscitissimo esempio di jazz mainstream, che trova linfa e nutrimento attaccandosi alle radici della tradizione, ma con tutti i crismi della contemporaneità. Un lavoro ben architettato e curato nei minimi dettagli, che, come dice il pianista Roberto Bachi, nasce dalla casualità: «Suonavamo a Pesaro, terra di origine di Gennari, e Sergio Veschi della Red Records, dopo averci ascoltato, ci ha proposto di entrare in sala di registrazione senza una specifica progettualità».
Il Quartetto esprime un suono compatto ed omogeneo, creando un asse fra tradizione e modernità, rivisitando alcuni classici come «Bye Bye Blackbird» o «Softly As In A Morning Sunrise» e «Old Folks», a cui fanno da contrappunto alcune composizioni originali strutturate con lo stesso equilibrio e la medesima maestria, soprattutto in linea con con lo stile del progetto, da cui si ergono «I Don’t Know» scritta dal band-leader e la splendida «Bachi’s Blues» firmata da succitato pianista Roberto Bachi, il quale, insieme a Vittorio Gennari al sax contralto, rappresenta una delle anime di «The Sound, con il concreto e fattivo apporto di Massimiliano Tonelli al contrabbasso e Joe Pagnoni alla batteria. Registrato al Suono Libero Studio di Fano il 15 dicembre del 2006 e pubblicato dalla Red Records, nell’album fanno capolino anche alcuni classici italiani come «I Ricordi della sera» ed una delle migliori versioni in assoluto di «In Cerca di te», da molti conosciuta come «Solo me ne vo’ per la città», rivisitata in linea con gli assunti basilari del progetto e senza eccessi cabarettistici.
Il line-up esprime un mood del tutto personale e fortemente autorevole, senza manierismo scolastico o ricalco, riuscendo a trasfondere nuova linfa vitale in classici immortali come «Tangerine», «Lullaby Of Birdland» e «Out Of Nowhere»; tra i momenti più riusciti vanno segnalate anche «Nostalgia In Time Square» di Mingus, rielaborata con un piglio risoluto e scorrevole e «Everything Happens To Me», un vero e proprio massaggio cardiaco, dove Gennari esalta le sue sopraffine doti di balladeur. «The Sound» è un disco che nella sua lineare semplicità lascia il segno.
All About Jazz, a proposito si questo disco scrisse: «…il risultato è un disco che – come Gennari – non ha età, in cui la sezione ritmica svolge un lavoro elegante e discreto, che mette in evidenza la bellezza delle composizioni scelte. Un lavoro composto, preciso, in cui tutto ha un suo posto, dalla scelta dei brani a quella degli assoli. Il leader suona pulito, alla ricerca della melodia, con le sue storie raccontate in punta di piedi, perfettamente in sintonia con il pianista Roberto Bachi».
Vittorio Gennari è scomparso a 88 anni nel 2020, la sua città natale, Pesaro, gli ha intitolato una sala del Jazz Club.
«The Sound» è disponibile nel catalogo della nuova Red Records di Marco Pennisi. Per informazioni: https://redrecords.it

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