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L’ultima uscita discografica del chitarrista romano Francesco Diodati è senza dubbio un lavoro complesso, dalla tessitura raffinata e stratificata e, al contempo, di totale libertà e spregiudicatezza nell’approccio compositivo e interpretativo. Al suo fianco sono Leïla Martial (voce) e Stefano Tamborrino (batteria), improvvisatori intelligenti, raffinati, di grande energia e padronanza dei propri mezzi musicali ed espressivi.
«Ho conosciuto Leïla Martial – racconta Diodati – nel 2016 al Südtirol Jazz Festival, dove entrambi suonavamo, e sono rimasto colpito dal mondo caleidoscopico che riusciva a esprimere: lirismo, interventi hip hop con l’uso di lingue inventate, echi di Africa, il tutto racchiuso nella sua voce intensa, profondamente umana. La prima volta che ho suonato con Stefano Tamborrino è stato invece nel 2009. Da allora, un giovane che come me cercava un proprio spazio identitario nel vasto mondo del jazz è diventato un compositore e musicista dal suono immediatamente riconoscibile e al di là di schemi predefiniti, oltre a scoprirsi cantante dalla voce potente e raffinata. Il contributo di Leïla e Stefano è a 360 gradi, lascio loro molto spazio e mi fido del loro gusto: insieme abbiamo trovato gli arrangiamenti più funzionali ai brani, i suoni che meglio esprimessero quello che ho scritto e spesso abbiamo rimaneggiato elementi musicali e testuali per arrivare al cuore pulsante del brano».
“Oliphantre”, pubblicato da Auand Records nella serie Songs, è disponibile anche in Francia da Giugno e in Italia da Settembre mentre i singoli tratti dall’album sono usciti su tutte le piattaforme streaming venerdì 8 Aprile. «Un aspetto curioso – confida Diodati – è che, per la prima volta, scrivo dei testi, tutti nati in modo molto spontaneo, registrando dei freestyle e correggendo a posteriori alcuni dettagli: melodia, testo e accenti ritmici si sono legati in unico flusso. Il filo che lega i brani è la ricerca di una dimensione interiore profonda, legata al suono, ai movimenti invisibili, come quelle linee che disegnano le particelle infinitesimali che gli scienziati immaginano prima di scoprire empiricamente. Un qualcosa sicuramente legato all’intuizione».
Con “Oliphantre” siamo di fronte a un lavoro caratterizzato da un approccio spontaneo ma capace di intessere magistralmente gli elementi originari in un vocabolario musicale di grande raffinatezza. È un album la cui complessità si rivela anche nella sua costruzione in studio, grazie a un interplay sapiente, a un’elaborazione a più livelli e un approccio eterogeneo.
«In studio abbiamo lavorato in due diversi modi – spiega Diodati –. In alcuni casi in verticale, registrando la parte in trio dei brani e aggiungendo poi gli altri strati – anche molti strati! – altre volte lavorando al brano stesso sezione dopo sezione. Abbiamo optato per un’impostazione che permettesse di intervenire facilmente nel lavoro di stratificazione cercando al tempo stesso una flessibilità che restituisse la spontaneità del nostro approccio alla musica, sia individualmente che collettivamente. Last but not least voglio segnalare Francesco Ponticelli il cui lavoro, oltre ad aver curato le riprese e il mix, è stato in un paio di casi anche quello di fare una sorta di collage artistico, utilizzando in modo molto personale il materiale che avevamo registrato e inserendo anche alcune linee di synth».
Francesco Diodati – guitar
Leïla Martial – vocals
Stefano Tamborrino – drums
Artist: Diodati / Martial / Tamborrino / Oliphantre / LABEL: Auand / Code: AU6016
