Dedicato all’indimenticabile Lina Wertmuller che per strani scherzi del destino ho conosciuto nell’aldilà
// di Marcello Marinelli //
Mi affaccio alla finestra, silenzio intorno a me, vedo un brutto edificio di cemento e vetro e la vita mi sembra una colossale stronzata, poi però, faccio partire la musica (black music) e mi riaffaccio e vedo di nuovo l’edificio di cemento e vetro e forse non è così brutto, anzi mi sembra anche discreto e la vita mi sembra una gran cosa. Immagino di lanciarmi dalla finestra senza desiderio di farla finita perché ho cambiato repentinamente idea sulla vita, ma anche quando la vedevo una stronzata non desideravo di farla finita e non desideravo di lanciarmi nel vuoto per stramazzare al suolo, l’impatto sarebbe stato devastante e potenzialmente pericoloso per le mie povere ossa.
Anche se la vita è una colossale stronzata: è bello condividere questo grande bluff e riderci sopra e goderne di ogni momento, anche perché la musica la trasforma in qualcosa di grandioso. La musica aiuta nell’impresa eroica di trovare grandioso quello che a volte non sembra. Apro la finestra e mi lancio nel vuoto e quello che sembrava impossibile, sconfiggere la forza di gravità, diventa possibile e il mio corpo non stramazza al suolo, le mie povere ossa si salvano e comincio a nuotare nell’aria e sono leggero come una piuma e conquisto il terrazzo dell’edificio dirimpetto con notevole disinvoltura. Sono incredulo sulla sconfitta della forza di gravità e la sfido di nuovo rischiando la mia incolumità. I poteri misteriosi della musica. Mi ri-lancio dall’edificio di cemento e vetri nel vuoto e anche stavolta riesco nell’impresa di planare dolcemente a terra e con uno slancio di nuovo verso l’alto come una rondine che non fa primavera. Mi sento una rondine che, anche se non fa primavera, fa una bella giornata di sole invernale. Mi muovo con ‘grazia’ che non è una vecchia amica di lunga data ma è la qualità dei miei movimenti nell’aria sinuosi ed eleganti.
Il beat mi aiuta nelle mie movenze gravitazionali. Raggiungo di nuovo il terrazzo e mi posiziono sulla ringhiera in perfetto equilibrio e le vertigini un lontano ricordo. Break dance on the air. Finalmente riesco nell’impresa di coreografie acrobatiche. Sul crinale della ringhiera danzo da circense provetto e i miei ripetuti salti mortali non scalfiscono la mia sicurezza di non franare a terra. Sono padrone dell’aria e dei giochi del mio corpo che fendono l’attrito che si è dileguato insieme alla gravità. Ormai il mio corpo è libero di volteggiare libero senza rischi di morte prematura. Senza musica sarei già morto da un pezzo e per giunta senza nessuna gratificazione. La musica allunga la vita e accorcia la distanza tra un palazzo e l’altro. Mi accorgo che la selezione musicale sta volgendo al termine e che la mia capacità di rimanere in orbita è legata alla magia della musica. Mi sta prendendo il panico, sono lontano dalla stazione di emissione sonora e credo che non riuscirò a tornare con i piedi per terra prima della fine della playlist. Mi sono allontanato troppo.
Cerco di velocizzare l’operazione rientro ma il tempo dell’ultimo brano della selezione sta per finire. Si va bene la vita è una colossale stronzata ma non voglio morire sfracellato a terra. Comunque colpa mia che mi sono spinto oltre e non ho considerato che l’incantesimo finiva con la fine delle note musicali. Sono ormai prossimo alla finestra da cui mi sono gettato ma la musica sta sfumando. Sono a circa dieci metri dal suolo e sono in preda al panico più totale. Ho paura di morire. Sto quasi per raggiungere il davanzale ma l’ultimo brano è finito e sto precipitando a terra. In questi lunghissimi e infiniti istanti mi passa tutta la vita davanti. L’impatto a terra è tremendo, è talmente forte che non sento dolore, muoio all’istante senza nessun dolore. Vedo solo stelle e farfalle e tutto intorno appannato. Sento un vociare indistinto e confuso. Parlano della mia morte inspiegabile e del mio suicidio. Ma non posso spiegare che non si tratta di un suicidio ma di una tragica fatalità ed un’eccessiva fiducia nei confronti della magia della musica .
Sono morto ma c’è vita oltre la morte ma i due mondi, quello dei vivi e dei morti non possono comunicare, sento le voci dei vivi ma non posso intervenire. Sono uscito dal mio corpo ridotto a brandelli, non è un belvedere, mi faccio impressione da solo. Dispiace vedere e sentire le persone dispiaciute per la tua dipartita e non poterle ringraziare, ma così è la vita. Sono nell’alto dei cieli e vedo tutto dall’alto e non provo sensazioni particolari, sono in uno stato di torpore assoluto, d’altronde sono appena morto. Vago in quest’altro mondo senza meta alla ricerca del senso della morte, anche per tentare di spiegarmi il senso della vita. Incontro una moltitudine di persone morte da tempo ed apparentemente felici che sgombrano subito il campo dalla possibilità di capire il mistero della vita e della morte; l’amletico dubbio ci accompagnerà per l’eternità. Non c’è evidenza apparente dell’esistenza del paradiso, dell’inferno e del limbo, ma sono appena arrivato a destinazione. Speriamo si stia bene, anche perché bisogna starci per l’eternità, anche se bisogna vedere pure se esiste l’eternità. Ma basta con le domande senza risposta.
Vado a curiosare in giro alla ricerca di qualcosa. E’ pieno di gente ma non c’è assembramento, tutti sono distribuiti proporzionalmente e sembra che non ci siano tensioni. Parlano tutti la loro lingua ma stranamente ci capiamo tutti senza parlare la stessa lingua, è una ficata. Tutte l’etnie sono mescolate e sembra che nessuno faccia caso alla provenienza geografica. Mentre cammino incontro Lina Wertmuller con i suoi tipici occhialoni eccentrici. ‘Ciao Lina, scusa se ti do del tu ma la tua presenza mi è stata sempre familiare, mi chiamo Marcello’.’Piacere Marcello, certo che mi puoi dare del tu, nell’aldilà dove ci troviamo non dovrebbero più esistere differenze di questo tipo. Ma dimmi una cosa da quanto ti trovi qui?’. ‘Da due giorni dopo di te.’ ‘E come è successo?’. ?Mi ero lasciato andare alla magia della musica che mi faceva volare alto, ma non ho considerato che alla fine della playlist l’incantesimo finiva, quindi mi sono sfracellato al suolo’. ’Che buffo e tragico destino il tuo’. ’Già ma prima o poi sarebbe dovuto succedere. Ho sempre apprezzato i tuoi film e i tuoi personaggi, specialmente quelli degli anni ‘70 e i tuoi titoli lunghissimi. Giancarlo Giannini e Mariangela Melato i tuoi attori preferiti’ ‘Grazie Marcello, fa sempre piacere anche da morti ricevere complimenti. ora però andiamoci a fare un giro e godiamoci questo nuovo mondo’
Mentre ci incamminiamo in questi strani e indecifrabili paraggi odiamo dei suoni in lontananza. Ci avviciniamo e riconosciamo l’inconfondibile ritmo jazz. E una jam session in un locale all’aperto. Io e Lina ci guardiamo increduli negli occhi. ‘Lina anche a te piace il jazz?’ ‘Certo andiamo a vedere’. E’ da poco che siamo trapassati e già due sensazionali notizie; esiste una vita dopo la morte e la musica continua. Il nulla può attendere.
