// di Marcello Marinelli //
Luigi uccise Andrea, lo fece a pezzi e lo mise nel freezer, ma non per malvagità, ma per un moto di irritazione. Non doveva lamentarsi del suono del clarinetto basso, non avrebbe dovuto farlo.
Non bisogna mai sottovalutare una linea di basso, una melodia femminile e una percussione precisa e scarna, e soprattutto il sottofondo di clarinetto basso con il trillo, mai sottovalutare questo insieme di elementi. Nessuno aveva intenzione di sottovalutare questo insieme di elementi? Mi sono preoccupato invano? Pensavo che qualcuno avesse intenzione di sottovalutare il suono del clarinetto basso, perché se qualcuno sottovaluta il suono del clarinetto basso io mi incazzo di brutto. L’ultimo che si è lamentato del suono del clarinetto basso l’ho fatto a pezzi e sezionato e giace “stupidamente” nel mio freezer.
Non avrebbe dovuto farlo. Io glielo dicevo “Smetti di lamentarti del clarinetto basso, per favore smettila” Lui continuava imperterrito , mi diceva “Mi fa schifo il suono del clarinetto basso come mi fai schifo tu”. Il fatto che gli facessi schifo io non mi importava più di tanto, ero abituato al suo disgusto nei mie confronti, ma quando mi toccò il clarinetto basso con i suoi insulti reiterati, mi si annebbiò la vista. Presi la padella con cui stavo cucinando, era il mio ultimo acquisto, ero orgoglioso della mia padella antiaderente. Dopo l’ultima frase “E togli questo disco di merda con questo suono insulso di clarinetto basso”, la padella non mi sembrò più uno utensile per cucinare ma diventò un’arma impropria. Colpì più volte il malcapitato in testa con tutta la forza con la mia padella, di piatto e di taglio.
Il malcapitato crollò a terra in un bagno di sangue, Ma ora che ci penso, chi era il malcapitato che si lamentava del suono del clarinetto basso? Dopo averlo ucciso, lo girai per vedere il suo volto, era un perfetto estraneo e allora perché stava a casa mia e si lamentava di me e del suono del clarinetto basso? E’ ovvio perchè così ho deciso io che scrivo, ho deciso di uccidere un perfetto estraneo, però questo perfetto estraneo si lamentava in continuazione e ho dovuto fario. Certo avrei anche potuto non farlo, cioè non scriverlo, ma quando si scrive ad un certo punto si deve decidere cosa fare di una persona, se deve vivere o morire, ed io ho scelto di farlo morire, è il potere di chi scrive. Non può essere senza nome il cadavere di uno sconosciuto a casa mia con la testa rotta con la mia padella antiaderente, lo chiamerò Andrea, come il film.
Mentre giravo la sua testa mi accorsi che ancora respirava, non era morto. Un dubbio atroce mi assalì “Che faccio lo finisco?”. Dovrei finirlo perché prima ho scritto che l’ultimo che si era lamentato giace stupidamente in freezer. Le cose sono due o cambio la frase di prima oppure lo finisco, lo faccio a pezzi e lo metto in freezer, Scelgo la seconda opzione, lo taglio a pezzi e lo metto in freezer , ma non perché sono un cinico assassino, ma perché sono pigro non ho voglia di tagliare la frase di prima, quindi lo faccio a pezzi per pigrizia, non si era mai sentito, ma a volte è la pigrizia che uccide.
Andrea in un attimo di lucidità, prima che lo finisca, mi fa “Ma proprio a me doveva capitare un maniaco pigro, non potresti cambiare la frase di prima e mi fai vivere?” .Io gli rispondo, caro (si fa per dire) Andrea come fai a preoccuparti della tua sorte, se sono io che ti ho inventato, è stata la mia penna a crearti e quindi come fai ad avere scrupoli circa il tuo destino? “
“Visto che sei tu che mi hai creato, mi sono abituato a vivere, almeno nel tempo di queste poche righe, risparmiami”.
“Però mi hai detto che ti faccio schifo io e il suono del clarinetto basso te lo potevi risparmiare”.
“Ora è colpa mia delle mie parole? ma se hai detto che sono una tua creatura, non sono responsabile delle mie parole inventate da te”.
“Anche questo è vero, ma qualcuno deve pagare per questo affronto e pagherai tu, così ho deciso”
Certo che sei inflessibile e spietato e quindi sei un uomo di merda”.
“Ecco il tuo vero volto si è svelato e quindi meriti di morire e di essere messo a pezzi nel freezer e un uomo di merda sarai tu”.
“Ma prima che tu mi faccia a pezzi e prima che tu mi metta nel freezer, ma mi dici come ho fatto a conoscerti e venire a casa tua?, toglimi almeno questa curiosità, è l’ultimo desiderio di un condannato a morte, non puoi negare l’ultimo desiderio. Perché ci siamo conosciuti e perché mi hai chiamato Andrea? Non posso essere uno sconosciuto, non potresti uccidere un perfetto sconosciuto”
“Un’obiezione sensata, non posso uccidere un perfetto sconosciuto. Vediamo un pò, come avremmo potuto conoscerti io e te. Allora ti ho chiamato Andrea perché il mio subconscio ha partorito una citazione cinematografica, come ho scritto prima e tu lo sai che sono pigro, ma non l’hai lette le righe precedenti, quando parlavo del tuo nome?”
“Già è vero, l’avevo letto, e l’avevo anche scritto perché io sono, oltre che Andrea, anche te, quindi è una domanda oziosa, la mia, siamo la stessa persona”
“Si siamo la stessa persona ma con ruoli diversi, e io mi devo distinguere da te, altrimenti sarebbe un monologo, ma questo è un dialogo”
“Si sarà pure un dialogo in astratto, ma siccome siamo la stessa persona è di fatto un monologo”
“Sarà pure un monologo, ma sotto forma di dialogo a più voci”
“Ma ritorniamo alle circostanze che ci hanno fatto conoscere”
“Non ci avevo ancora pensato e non credevo di doverlo spiegare, ma visto che me lo chiedi e che è il tuo ultimo desiderio , ti accontento”
Tre anni prima incontrai Andrea in un gruppo di alcolizzati anonimi, ma visto che ci presentammo e affrontammo la nostra dipendenza dall’alcol pubblicamente, cessammo di essere anonimi e quindi diventammo alcolizzati noti. Tra di noi nacque subito una simpatia che poi si trasformò in amicizia e subito dopo, nonostante il nostro passato eterosessuale, cominciammo ad amarci appassionatamente ed infime decidemmo di andare a vivere insieme. Ma, nonostante ci amassimo follemente, tra di noi ci fu da subito un attrito, che dapprima fu comunque coperto dalla passione, ma alla lunga dopo una lunga convivenza, l’attrito continuò e le tensioni uscirono allo scoperto. L’attrito consisteva nell’avere gusti musicali diversi e soprattutto consisteva nell’avversione da parte di Andrea per il suono del clarinetto basso che invece al suo compagno piaceva tanto.
“Scusa se ti interrompo. ma dimmi tu ce l’hai un nome? Io mi chiamo Andrea ma tu come ti chiami, non l’hai mai scritto, quindi prima di essere fatto a pezzi e messo nel freezer potrei sapere almeno il nome del mio ex compagno carnefice che ho amato follemente in questi anni?”
“Cominciamo ad essere due i desideri, ma forse questo è connesso al l’altro, e ti accontento, ma basta fare domande sul nostro passato, ormai defunto”
Andrea era una persona amabile, generosa, determinata e allo stesso tempo fragile, da questa sua fragilità la dipendenza dall’alcol. Luigi lo amava proprio per queste sue caratteristiche e e apprezzava la sua nobiltà d’animo, ma non apprezzava decisamente la sua avversione per il suono del clarinetto basso. Fu per questo motivo che la loro convivenza fu minata e i loto litigi divennero via via più frequenti.
“E così ti chiameresti Luigi? Piacere Luigi felice di conoscerti”
“E adesso che fai pure lo spiritoso?”
“Abbiamo passato lunghi anni insieme e neanche conoscevo il tuo nome. Per me questa storia non è credibile, non puoi fare a pezzi il tuo compagno, che sarei io, perché non ama il suono del clarinetto basso, su da Luigi, trova un pretesto più circostanziato “
“Andrea devi sapere che si uccide per molto meno e poi tu dici queste cose perché stai per essere fatto a pezzi e messo nel freezer, ognuno al posto tuo direbbe lo stesso”
“Quindi Luigi hai deciso, stai per uccidermi?”
“Te lo ripeto Andrea, ora che ti conosco meglio ti risparmierei pure, ma non ho proprio tempo e voglia di riscrivere la storia, sai sono molto pigro ultimamente”
“Allora è il momento dei saluti”
“Già è arrivato il momento dei saluti”
“E’ stato bello finché è durato”
“Si è stato bello, siamo stati bene insieme, ma tutto ha una fine”
“Ciao allora Luigi”
“Ciao Andrea”
“Un’ultima cosa Luigi, perché giaccio “stupidamente ” nel freezer? e non semplicemente giaccio senza aggettivi?”
“Per quello che hai appena detto Andrea, stai per essere fatto a pezzi e pensi all’aggettivo “stupidamente” che ho scritto all’inizio?”. Sei proprio stupido Andrea”
“Sono così stupido?”
“Si sei stupido e io Andrea ti ammazzerò perché sei così stupido per vivere, come Vincenzo”
