// di Irma Sanders //
Questo album nasce da una blowing session improvvisata, come racconta Sergio Veschi: «…senza neanche una prova, in un lontano pomeriggio… allo studio Barigozzi, non ha perso un solo grammo di freschezza e spontaneità. Da un lato vi sono i temi, senza dubbio semplici dal punto di vista armonico, ma assolutamente perfetti per coprire in un ampio ventaglio tipiche situazioni del jazz moderno…»
L’incontro fra questi ottimi musicisti italiani fu una sorta di omaggio alle sonorità tipiche della Blue Note, ma non in maniera pedissequa, un ricalco o una riproposizione di vecchi standard, ma fu una rilettura moderna di alcuni canoni basilari del jazz moderno: dal bop classico al modale con accenni al free e al latin-jazz, attraverso la chiave di apertura del blues, che come sostiene lo stesso Sergio Veschi: «..il blues, che nella sua apparente semplicità costringe ogni solista a scavare in profondità nel proprio bagaglio tecnico ed espressivo. E’ noto che la dimestichezza, la familiarità con il blues rappresenta una delle cartine di tornasole per un jazzista di qualsiasi razza, nazionalità e culture, trattandosi di una forma che affonda le sue radici nello humus più profondo della musica nera: il gran padre del jazz, in poche parole, di tutti i tempi e tutte le latitudini».
«Into The Blue» è un lavoro poderoso, basato su sei composizioni originali a firma dei vari partecipanti al set, che mette in risalto un ottimo senso della melodia e dell’improvvisazione, un’inedita ricchezza di idee ed un forte senso di collegialità. Flavio Boltro, tromba e flicorno, Michele Bozza sax tenore, Piero Bassini piano, Riccardo Fioravanti basso e Giampiero Prina batteria. La prima linea si muove con agilità e con spirito costantemente inventivo, ottimi gli scambi tra sax e tromba e le progressioni improvvisative, i cambi di passo e di staffetta con l’eccellente sezione ritmica che dalle retrovie si spinge spesso in avanti sospinta sempre dall’anima del blues. Sostiene ancora Sergio Veschi: «…come tutti sanno, nella storia del jazz non mancano certo album interamente dedicati al blues, da «Kind Of Blue» di Miles Davis a «Bluesnik» di Jackie McLean, senza contare «Coltrane Plays the Blues» e diversi altri ancora. Quel che ci sembrava significative già allora – e che continua ad apparirci ancora importante, è che forse per la prima volta in Italia e in Europa, in un’epoca di spesso frenetiche e futili riscoperte delle radici, sia stato prodotto un album volutamente (e integralmente) dedicato al blues, per definizione elemento fondante e indissolubile della storia del jazz, e che tale album abbia saputo conseguire risultati di alto livello».
Registrato nel maggio del 1987 per la Red Records, l’album è stato ristampato su CD nel 2004, mantenendo inalterata tutta la sua attualità e la forza propulsiva di coinvolgimento. «Into The Blue», è un disco inossidabile e dalla struttura adamantina che non teme l’implacabile usura del tempo o il passaggio delle mode effimere e stagionali. E’ già un piccolo classico nel suo genere. Come ebbe modo di commentare, all’indomani della sua prima pubblicazione, anche il mitico Bobby Watson, che aveva collaborato con questi musicisti: «È una bella sensazione sapere che in Italia, esiste del jazz di questo livello».
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