// di Gina Ambrosi //

È inutile ribadire che la qualità de catalogo Red Records sia direttamente proporzionale al numero di produzioni rilasciate nel corso degli anni. Difficilmente se ne trova una che non soddisfi anche il jazzofilo più esigente.

Hector «Costita» Bisignani è un musicista dell’età di mezzo; e come tutti jazzisti sudamericani conosce bene l’arte della musica popolare in grado di far vibrare le corde dei sentimenti, delle emozioni e della nostalgia nell’ascoltatore, attraverso melodie immediate, facilmente leggibili e fruibili, ma non banali, soprattutto senza mai tradire l’eleganza e la ricercatezza della struttura armonica, che nulla ha da invidiare a certi prodotti considerati più finemente intellettuali. Nonostante l’ambientazione latina, in «Estao Todos Aì», come in altri dischi, non aspettatevi mai di trovare un’orgia di percussioni invadenti, di saltelli agresti o di ripetuti inviti da balera del tipo «vamos a la fiesta», ma un costrutto sonoro e concettuale ben organizzato, estremamente sobrio e raffinato, dal sapore metropolitano e costantemente oscillante, imperniato su forme moderne e contemporanee di post-bop, ballate dal sangue blues, echi della tradizione europea ed accenni swinganti, dove il supporto afro-caraibico ed afro-brasiliano, fatto di percussioni sommesse e calibrate, fa da semplice cornice o sfondo ambientale.

«Estao Todos Aì», è un lavoro che muove da una naturale dicotomia tra musiche, suoni e ritmi di universi apparentemente distanti, che non si sovrappongono per necessità di stesura, ma si fondono mirabilmente, creando un tutt’uno, perfettamente equilibrato, tra Sud e Nord del mondo, fra terre di confine che si alimentano e si contaminano per linee sincretiche, tra uno spirito jazz, che Bisignani accoglie in sé per esperienza artistica e vita vissuta ed un’anima latina, geneticamente ed immediatamente, spendibile. Il lavoro sulle ance da parte del band-leader è da manuale, il timbro è caldo ed arioso, il tono risulta pieno ed avvolgente, segnato solo da un leggera brezza di vibrato, mentre la band si muove in maniera sintonica, aggiungendo all’occorrenza piacevoli ed aromatiche speziature swinganti: Alexandre Mihanovic e Joseval Paes chitarre, Edsel Gomes Piano, Paulo Paulelli basso, Toninho Pinheiro batteria, Jorge Savvedra batteria, Laercio Da Costa Percussioni.

L’album si apre con «Now», composta dal bassista Paulo Paulelli, sicuramente uno dei momenti più attrattivi dell’album, dove Bisignani ricorda, sia pure con spiccata personalità, i migliori sassofonisti della tradizione afro-americana, con un perfetto controllo delle dinamiche ed un accattivante fraseggio; il suo contralto procede in maniera controllata con un tocco convincente ed improvvisi cambi di passo, producendo un piacevole bop dal tratto lirico; la title-track, «Estao Todos Aì», una delle sei composizioni originali di Bisignani presenti nel disco, è forse il brano più etereo e sospeso, giocato su bassi lunghi e profondi che avvolgono e presidiano la melodia dentro e fuori, ottimo il contrappunto chitarristico, che offre buoni spunti al gioco improvvisativo di Costita.

«Zanzibar» si caratterizza come un bop innervato da flessuose percussioni latine. «Impacto Blues» ha un sapore vagamente retrò da big band. «Ariela» è spiazzante: dopo una martellante partenza con un’introduzione di pianoforte, dove Edsel Gomez ricorda quasi Cecil Taylor; l’arrivo di Bisignani, sostenuto da chitarra e piano, riporta il tutto in dimensione perfettamente post-bop. «Surprise Blues», firmata da Bisignani, è forse il pezzo che meglio sintetizza la sua indole artistica, dove un ottimo struttura armonica bop dall’anima soul-blues e dal sollecito passo fanno da sfondo ad una sontuosa melodia punteggiata da scaglie di percussioni afro-brasiliane. «Arturo Gold Finger» si sostanzia come un’avvolgente ballata mid-range dal vago sapore cinematografico; «Lucia (Odalisca)», oltrepassa i confini dello spazio e del tempo, sviluppando una flessuosa e cadenzata melodia dal sapore arabesco; «La Maja Brasileira» è quasi una batucada, con innesti di sassofono molto taglienti ed obliqui. «Estao Todos Aì» è un album equilibratamente meticcio, vitale e contagioso sin dal primo ascolto, capace di soddisfare sia i neofiti che i jazzofili dal palato sopraffino.