Leonardo Radicchi Arcadia Trio – «Songs For The People», 2020
// di Irma Sanders //
«Songs For People» è il nuovo album del sassofonista (tenore e soprano) Leonardo Radicchi Arcadia Trio. Il piccolo combo è completato da Ferdinando Romano al contrabbasso e Giovanni Paolo Liguori alla batteria; ospite in tutte le tracce di «Songs For The People» Robin Eubanks, considerato tra i più importanti trombonisti del panorama mondiale, vincitore di 2 Grammy Awards e forte di molteplici collaborazioni: Art Blakey, Elvin Jones, Eddie Palmieri, Sun Ra, Barbra Straisand, The Rolling Stones, Talking Heads, Micheal Brecker e Dave Holland.
L’album contiene otto componimenti originali, caratterizzate dal continuo dialogo tra Radicchi ed Eubanks, sviluppato all’interno di uno scenario inconsueto ed angolare, dove l’assenza di strumenti armonici, come il piano o una chitarra, favorisce un by-play molto suggestivo tra i due strumenti a fiato. I quattro condividono l’impegno nel raccontare temi sociali e ambientali attraverso un’estetica compositiva ed espositiva che coglie il jazz nella sua naturale radice afro-americana, passando per il post-bop / post-coltrane sino a raggiungere i nuovi dettami del contemporary jazz. L’album è prodotto da Alfa Music e conferma l’impegno compositivo del sassofonista, da sempre in prima linea con Emergency nella diffusione di valori sociali quale protagonista di importanti iniziative umanitarie come il progetto Ebola in Sierra Leone e il progetto War Surgery in Afghanistan.
Forte di eccellenti studi presso il Berklee College of Music di Boston e di un curriculum di tutto rispetto, Radicchi segue un percorso evolutivo attraverso una costante ricerca musicale parallela alla presa di coscienza e alla sua crescita nell’ambito della società civile. Il ogni sua manifestazione il sassofonista mostra un saldo legame con la realtà circostante, da cui riceve molti stimoli a livello creativo, ma senza la pretesa di proporre una visione del mondo perfetta o alternativa, piuttosto l’intento è quello di sollevare interrogativi e stimolare la riflessioni su problematiche di scottante attualità. Tra i brani dell’album emerge in particolare «Sea Watcher» dedicato a Carola Rackete, comandante della nave Sea Watch che, il 29 giungo del 2019, forzò il blocco portando in salvo nel porto di Lampedusa 53 migranti stremati. Le parole di Radicchi sono alquanto eloquenti: «In un mondo dominato da uomini una donna ha sfidato un capo di governo, una nazione e forse l’intera Europa in nome dell’umanità.». Il componimento si srotola su tema serpeggiante che ricorda le onde del mare a tratte impetuose come dei riffs funkified.
La poetica del mare, quale via di transito di grandi migrazioni e crocevia tra Europa, Africa ed Oriente, ritorna con «Mediterranea» dedicato «a tutti coloro che attraversano il Mediterraneo e agli orizzonti di speranza che essi immaginano»; qui le sonorità si arricchiscono di elementi orientaleggianti, mentre sax e trombone, come due danzatrici, sembrano incrociarsi attraverso un fraseggio rotolante. Altro brano di spicco è «The Hope», una ballata sotterranea ed abissale, che emerge lentamente come un fiume carsico attraverso una melodia ipnotica e sospesa. «Credo che la speranza sia la molla più profonda che possa far scattare nell’essere umano la necessità dell’azione, sia essa di rivolta, di impegno, di lotta o di aiuto. Questo brano è dedicato a mio figlio e a tutti coloro a cui lasceremo questo mondo», dice il sassofonista. «Perils of Indifference», brano dal sapore epico, che ricorda il Coltrane di «Blue Trane», è dedicato a Greta Thumberg la «piccola donna» che ha scosso le coscienze del mondo dall’indifferenza, perché come diceva Elie Wiesel (sopravvissuto all’olocausto): «L’indifferenza non è una risposta. L’indifferenza non è un inizio; è una fine. E, quindi, l’indifferenza è sempre dalla parte del nemico. Essa avvantaggia l’aggressore. Non giova mai alla sua vittima, il cui dolore è amplificato dal sentirsi abbandonata».
«Underground Railroad (for JWC)», un omaggio a Coltrane attraverso un blues dalla forma espansa giocato su un terreno modale, descrive alla perfezione la ferrovia sotterranea fatta di percorsi, luoghi sicuri che permisero a molti «neri» di fuggire dal Sud Stati Uniti dopo l’abolizione della schiavitù. «Manituana» é ispirato da un romanzo storico e narra le vicende di una tribù di Irochesi durante la guerra di indipendenza americana. È un inno epico, impostato su una costruzione melodico-armonica descrittiva e cinematografica e vuole essere una piccola trasposizione musicale di quelle vicende, ripercorrendo le varie parti del libro in una sorta di poema musicale. «Tinman in Kabul» revoca idealmente un enorme esplosione che devastò la periferia di Kabul causando centinaia di vittime. L’idea nasce da un lattoniere che con la dedizione di un gioielliere completava le grondaie per l’ospedale di Emergency. Il brano è un omaggio a quell’uomo che appollaiato su un angolo di tetto scacciava i rumori della guerra battendo la lamiera con il suo martello di gomma; musicalmente si muove su un ritmo mutevole dal passo marciante, che mischia essenze melodiche arabescate e fraseggi tipicamente afro-americani, grazie alla flessuosa progressione soprano, a cui il trombone sembra assicurare un ottimo call-and-response.
«Moving Forward With The Same Bad Idea», vergato su un ripetitivo innesto funk-oriented, si materializza come un serpente che si arrotola continuamente su sé stesso, ma finisce per essere uno dei momenti più trascinanti dell’intero album. Il componimento nasce metaforicamente dalla ricerca di nuove vie, nuovi modi, nuove idee, un brano che, a detta dell’autore, «si sviluppa partendo da una sola nota di basso, ma nonostante i tentativi di portarlo altrove forzando con i nostri strumenti restiamo attratti da quella stessa idea». Registrato l’11 settembre 2019 all’Alfa Music Studio di Roma, «Songs For The People», terzo album di Leonardo Radicchi come band-leader, è un lavoro di pregio, ottimo nella struttura narrativa, che gratifica lo spirito e la mente.
