// di Stefano Dentice //

Un fitto dialogo che si snoda attraverso un intenso interplay, vera e propria trave portante della nuova realizzazione discografica di Filippo Bianchini (sax soprano e sax tenore) e Luca Mannutza (pianoforte), intitolata «A Tu per Tu», pubblicata dall’etichetta September. Il CD contiene tredici brani originali autografati da svariati autori: «Lijora» e «Two Friends» firmati da Mannutza, «Intro (For Mr. Hans)», «A Tu per Tu» e «Sound of Beauty» siglati da Bianchini, mentre «Thank You Come Again» (Enrico Rava), «L.M.» (Daniele Tittarelli), «Apples» (Franco D’Andrea), «Aurora» (Max Ionata), «Ariò» (Marco Collazzoni), «Childhood Lost» (Enrico Bracco), «Traps» (Roberto Gatto) e «Night Bird» (Enrico Pieranunzi) completano la tracklist. Questo lavoro si arricchisce della preziosa presenza di tre prestigiosi ospiti: Daniele Tittarelli (sax alto in L.M.), Enrico Bracco (chitarra in «Childhood Lost») e Roberto Gatto (batteria in «Traps»).

Sassofonista energico, assai comunicativo, dallo spiccato senso dello swing e dalla notevole padronanza tecnica, Filippo Bianchini è un fulgido talento del jazz italiano. Nel corso della sua carriera condivide palco e studio di registrazione con una sfilza di jazzisti blasonati in ambito internazionale, fra i quali: Steve Grossman, Andy Gravish, Reggie Workman, Billy Harper, John Ruocco, Norma Winstone, Joe LaBarbera, Rosario Giuliani, Marco Tamburini, Rosario Bonaccorso, Adam Pache, Roberto Gatto, Roberto Tarenzi, Stefano Di Battista, Antonello Salis. Grazie alle sue qualità si fa apprezzare anche all’estero in nazioni come Belgio, Olanda, Francia, Germania, Finlandia, Stati Uniti, Inghilterra.

Luca Mannutza è uno fra i più conosciuti e stimati pianisti jazz italiani degli ultimi vent’anni. Dotato di fervida creatività armonica, eccellente timing e brillante senso melodico, il suo nome figura al fianco di alcuni fra i migliori musicisti jazz italiani e stranieri, ad esempio: Paolo Fresu, Emanuele Cisi, Maurizio Giammarco, Bebo Ferra, Max Ionata, Lorenzo Tucci, Luca Bulgarelli, Nicola Angelucci, Andy Gravish, Roberto Gatto, Fabrizio Bosso, Enrico Rava, Flavio Boltro, Marco Tamburini, Giovanni Amato, Daniele Scannapieco, Robert Bonisolo, Rosario Giuliani, Stefano Di Battista, Fabrizio Sferra, Rosario Bonaccorso, Barbara Casini, Joel Frahm, Jeremy Pelt, Steve Grossman, J.D. Allen, solo per citarne alcuni. La sua attività concertistica è assai florida, basti pensare ai live in Giappone, Francia, Olanda, Inghilterra, Cina, Stati Uniti, Indonesia, Emirati Arabi Uniti. Presente in oltre trenta produzioni discografiche, eccolo figurare anche affianco a Filippo Bianchini in «A Tu per Tu».

In «A Tu per Tu», brano eponimo, Bianchini (qui al sax tenore) e Mannutza conversano amabilmente declamando il dizionario jazzistico con elogiabile consapevolezza, profonda conoscenza e gusto, costruendo intriganti frasi di chiara declinazione boppistica e hard-boppistica. Il mood ammantante e carezzevole di «Sound of Beauty» rappresenta una sorta di dipinto musicale interiore. Qui l’eloquio del pianista è serafico, ponderato con acume, locupletato da un tocco fatato denso di grazia interpretativa. Il sassofonista (ancora al tenore) cesella un discorso improvvisativo carico d’intensità emozionale, cantabile, intriso di lirismo, dall’abbacinante senso melodico. «Two Friends» è una composizione che colpisce di primo acchito. In questo brano al sax soprano, Filippo Bianchini sviscera un’elocuzione pregna di nerbo espressivo, adornata da inebrianti incursioni nell’Inside-Outside Playing che creano tensione armonica e da scorribande cromatiche dal forte impatto. Mannutza dà vita a un pianismo vibrante, tendenzialmente di matrice postboppistica, enfatizzato da alcuni preziosismi quartali, cromatismi e ammalianti virate nell’Out Playing. Concepito nel segno del contemporary mainstream, «A Tu per Tu» è un disco in cui vi sono tutti gli ingredienti giusti per gustarsi ogni singola traccia dall’inizio alla fine senza particolari intoppi. Un album che scorre liscio come l’olio soprattutto grazie al feeling di un duo che parla correttamente e fluidamente il «jazzese» come se per Filippo Bianchini e Luca Mannutza fosse la lingua madre.

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