Bobby Watson / Jerry Bergonzi / Victor Lewis (Red Records All Star) – “Together Again for the First Time”, 1996
// di Francesco Cataldo Verrina //
“Together Again For The First Time” potrebbe apparire come un saggio di alta accademia del bop, declinato attraverso molteplici varianti e differenti scuole di pensiero, una perfetta combine All Stars dedita al virtuosismo, più incline alle forme estetiche ed improvvisative del jazz che non all’emotività della musica. In verità parliamo di un album che nasce dall’ennesima intuizione della Red Records, ottimamente registrato, vibrante, energico e altamente fruibile dal primo all’ultimo microsolco, dove ciascuno dei players apporta alla sessione un forte contributo creativo, prestando al progetto almeno una delle proprie composizioni.
L’ordine di scuderia proibiva qualunque eccesso di protagonismo, ma l’album, almeno al primo impatto sembrerebbe forgiato sulle sembianze del front-line, dove svettano il sax alto e soprano di Bobby Watson, intrisi di blues, gospel e soul ed il sax tenore di Jerry Bergonzi più calibrato ed, a volte, asimmetrico nelle traiettorie. Watson si mostra più istintivo e diretto, mentre Bergonzi gli fa da contraltare con un andamento più controllato, sia pure procedendo per vie oblique, ma è soprattutto Bergonzi a trarre vantaggio dalla presenza di Watson e da questa impostazione: i suoi assoli risultano più concentrati e precisi. Gli angoli sono comunque smussati dal felice interplay fra i sue sassofonisti che cercano sempre un punto di confluenza, mente lo stile e la verve dell’uno o dell’altro predominano a seconda dell’architettura melodico-armonica del brano. In ogni caso, tutti i musicisti partecipanti al set sono di alto lignaggio: Kenny Barron (piano), David Finck e Curtis Lundy (contrabbasso), oltre a Bobby) Watson (sax contralto e sax) e Jerry Bergonzi (sax tenore) che sono i leader in pectore, va sottolineata anche la presenza di Victor Lewis, menzionato in terza posizione sulle note di copertina, il quale, oltre ad essere coproduttore dell’album, contribuisce con due composizioni, lasciando un’impronta chiara ed indelebile come batterista.

I componimenti di Lewis sono ottime ballate alla Wayne Shorter: “De Voyeur A Voyeur” (che richiama vagamente proprio “The All Seeing Eye” di Shorter) e “Those Who Get From Having Not”. Bobby Watson esprime la sua solita indole compositiva, attraverso i suoni urbani di “That’s All Folks !!!” e “Out Of The Frying Pan”, un ottimo 4/4 foriero di una melodia a presa rapida, che rimane immediatamente imprigionata nelle meningi dell’ascoltatore. Il tenore di Jerry Bergonzi si combina alla perfezione con il contralto di Watson e entrambi lanciano infuocati assoli imprimendo il loro brand su quasi tutti pezzi. Lo stesso Bergonzi fornisce anche due ottime composizioni alla session: “Out House” che dà un rapido avvio all’album e “Neptunian Verses”, una lunga ballata di oltre undici minuti. Al piano si distingue un impeccabile Kenny Barron, che brilla su tutte le tracce, tirando fuori dal cilindro “New York Attitude” un frenetico swing up-tempo da manuale.
Il lavoro del contrabbasso è suddiviso fra David Finck (su sei tracce, 1, 2, 3, 4, 6, 9) e Curtis Lundy (sulle restanti tre tracce, 5, 7, 8), entrambi contribuiscono ad arricchire il pacchetto, firmando una melodia. Nonostante “Together Again For The First Time” sia composto sono da originali, rappresenta un tributo di altissimo livello al jazz mainstream, soprattutto al netto della marcata personalità di ognuno degli “attanti”, il disco travalica il formato jam-session o puro divertissement inter pares, come sarebbe lecito attendersi da un set di tale natura; al contrario l’album si sostanzia come una struttura organica ed ben architettata da una formazione allenata, affiatata e legata da un sincronismo quasi telepatico. I musicisti non entrano mai in confitto e soprattutto sul front-line gli scambi ed i sostegni reciproci sono notevoli. In “De Voyeur a Voyeur” e nel latineggiante “Out Of The Frying Pan” furoreggia il sax di Watson, mentre nelle più metropolitane “Out House” e “Look At You” Bergonzi da sfogo alla forza propulsiva del suo tenore.
L’album fu pubblicato il 3 Febbraio del 1998, ma mentalmente e tecnicamente siamo nel 1996, per l’esattezza la registrazione fu effettuata il 24 giugno del ’96, e “Together Again For The First Time” dimostra come il jazz di ottimo livello non sia stato concepito solo negli anni ’50 e ’60, ma soprattutto come musicisti di talento possano mantenere alta la tradizione del jazz, senza ricalcarne pedissequamente gli schemi e crearne una forma calligrafa o epigonale.
