Jazzincase – “The Second” (Irma Records), 2019

// di Irma Sanders //

Il jazz nella sua espressione più leggera, quasi sulla linea di confine tra un pop elegante e raffinato ed uno smooth contemporaneo, che amoreggia con le ritmiche dance, ma che sia avvale di un’ottima voce dall’imprinting soul-blues e di due raffinati strumentisti che sanno canalizzare il flusso sonoro verso un prodotto di classe, strizzando l’occhio all’airplay radiofonico. “The Second”, pubblicato dalla Irma Records, è il nuovo album dei Jazzincase,, ossia KikiOrsi alla voce, Luca Tomassoni al basso e al contrabbasso e Claudio Trinoli alla batteria.

Ai puristi del mainstream, l’uso del termine jazz potrebbe sembrare abnorme, nell’insieme l’album ricorda molto il periodo del cosiddetto “new cool” inglese della seconda metà degli anni ’80, dove il riferimento al passato del jazz, del swing e del soul diventava un ottimo terreno di coltura per innestare sonorità legate all’attualità, in mix un multistrato di piacevoli vibrazioni ritmico-melodiche.

“The Second”, dal cui nome si intuisce trattarsi del secondo step discografico del brillante triunvirato in attività dal 2016, include una manciata di cover, sei per la precisione, rivisitate con originalità, attraverso una rilettura piacevole e personale, ma soprattutto si fregia di cinque inediti, proposti come un concept legato da una sorta di fil-rouge, in cui l’elemento aggregante è la bellezza, ridisegnata, esposta e narrata attraverso un’analisi musicale, canora ed emotiva politematica e polisensoriale: si parte dalla bellezza di amare un altro generalizzato in “The game”, o quella di rivolgere il proprio amore verso se stessi in “Beautiful like me (a paper doll)”; “Missis Hyde” mette in luce un’idea di bellezza ingannevole; piuttosto che scoprire in “C’est un chat! (probable)” la bellezza di ogni giorno, fatta di momenti da fissare nella propria mente; non ultima la bellezza di sentirsi avvolgere dall’abbraccio di un amore espressa in “Cover me”.

L’ottima sonorità complessiva di “The Second”, prodotto dai Jazzincase, si sostanzia attraverso la collaborazione di validi musicisti come Toti Panzanelli (chitarra), Alessandro Deledda (piano e tastiere e arrangiamenti), Luca Scorziello (percussioni), Eric Daniel (sax), Massimo Guerra (tromba), Emanuele Giunti (piano), Giovanni Sannipoli (sax), Peter de Girolamo (piano, tastiere e arrangiamenti) e Nerio Papik Poggi in veste di produttore per la cover ” Slave to the rhytm”

Il jazz viene preso, e non solo a pretesto, quale connettore, quasi una specie di hub cui si collegano variegati elementi sonori, una sorta di condotto scorrevole attraversato da stili molteplici, ben assemblato in un dosato e calibrato melting-pot musicale a base di soul, pop, lounge, drum’nd bass e rithm’nd blues.

“The Second” dei Jazzincase, è un album piacevole, che si muove leggiadro su un cadenzato tappeto ritmico, solcato da accattivanti melodie, facendo vibrare a volte le corde dei sentimenti, altre stuzzicando quelle del divertimento.

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