// di Irma Sanders //
Questo è un vero disco di jazz cantato, disco jazz e sottolineo jazz, e non un mero pretesto per accompagnare il cantante o la cantate di turno desiderosi di avere intorno un arredamento ed un’ambientazione sonora finto-jazz. Cominciamo con dire che Luigi Bonafede ha un ottimo “pedigree”, musicista e compositore di talento da decenni sulla scena, fin da quando accompagnava Larry Nocella e Massimo Urbani, dalla collaborazione con Flavio Boltro e Pietro Tonolo o alla guida dei Five for Jazz; soprattutto si è sempre distinto come band-leader rispettato e originale in grado di ottenere il meglio dai suoi sodali.
Il pianista piemontese è, come sottolineato, anche un abile compositore ed un raffinato accompagnatore di cantanti come dimostra la sua lunga attività al fianco di Rossana Casale. Nel disco in oggetto, però, Dawn Mitchell, vocalist di origine caraibica, è solo uno dei componenti del quintetto capeggiato da Bonafede anche se, forse, il più caratterizzante. Ad esempio, uno dei contrassegni salienti dell’album, la title-track, “Lokas”, composta in memoria di un amico scomparso, sembra fatto su misura per la sua voce non convenzionale a volte un po’ dissonante, ma personale e profonda, intrisa di blues, soprattutto rappresenta una superba sintesi della marcata poetica di Bonafede e della sua innata capacità di adattare le composizioni al canto.
L’organico si sostanzia comunque con la presenza di tre rodati veterani del jazz italiano, nonché vecchi amici del pianista; il sassofonista Gaspare Pasini , autore di due ottimi brani, tra cui l’ipnotica “Balance”; il contrabbassista Marco Vaggi e il batterista Ferdinando Faraò, i quali aiutano Bonafede a confezionare un tessuto sonoro di alta gamma. Un equipaggio esperto per affrontare una navigazione sicura ed ogni tempesta nel mare aperto del jazz. Il disco è un meltimg-pot sonoro di atmosfere molteplici, ma le nove tracce evidenziano una concreta coerenza stilistica, dove non si avvertono mai cali di intensità e non solo quando il ritmo è pressante e su di giri, come in “Flash”, “Looking Around” o “Running on My Way”, quest’ultima infarcita di essenze caraibiche, ma anche nelle ballate più suadenti come “Wake Up” o “She” (a firma Pasini), oppure in alcune tracce che assumono la forma di veri spirituals, quali “Silently” o “Curse of Pan”, composta da Mitchell, che si inerpica in uno speech declamatorio in puro stile Abbey Lincoln.
Registrato al Crossroad Recording Studio, Cologno Monzese (Milano), nel marzo 2019, “Lokas” di Luigi Bonafede, è un album di spessore creativo ed elevata qualità esecutiva, che merita certamente qualche passaggio nella vostra playlist ideale.
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