Francesco Marziani – “Changing My Life”, 2020

// di Francesco Cataldo Verrina //

In un’epoca di commistioni e contaminazioni, dove spesso al jazz si riserva solo il privilegio del nome, ma la musica conduce in tutt’altre direzioni, un album come “Changing My Life” di Francesco Marziani rappresenta un inno alla tradizione, ma con uno sguardo proiettato verso il futuro; un distillato in purezza, dove il jazz non ha bisogno di essere stravolto nella propria essenza primigenia, per divenire materia dinamica, evolutiva, duttile e creativa. Francesco Marziani, pianista con studi regolari ed accademici, si muove sul terreno del jazz con preciso senso dell’orientamento, abilità compositiva e direttiva.

Dopo un ventennio di attività a vari livelli, l’arrivo “Changing My Life” sottolinea il completamento di una maturità artistica, da tempo in divenire.Registrato l’8 ed il 9 marzo del 2020 presso il Goodfather Studio di Napoli, l’album presenta una struttura multiforme, dove passato, presente e futuro del jazz coabitano pacificamente, mentre una tensione emotiva costante ed un buon affiatamento tra i musicisti fanno da perfetto collante. La struttura dicotomica del line-up offre varietà e stimoli molteplici all’esecuzione. Alcune strutture sonore sono architettate in puro stile hard-bop ed in modalità quartetto con Francesco Marziani al piano, Giulio Martino al sax, Marco de Tilla al contrabbasso, Massimo Del Pezzo alla batteria.

Dalla formula a quattro nascono due momenti fortemente coinvolgenti: “In Your Own Sweet Way”, un mid-range dove piano e sax si inseguono e si sostengono in un esaltante gioco di ruolo, magnificato da un ottimo interplay; “Black Nile” crea invece un’atmosfera coltreiana da “My Favoutite Things”, dove le volteggianti onde del piano in crescendo offrono al sassofonista la scelta del registro più alto e l’uso de soprano. L’aggiunta della tromba di Flavio Dapiran trasforma la formazione in un quintetto che si misura sulla distanza di due componimenti originali: “Autumn drops”, che divaga sulla struttura del classico “Autumn Leaves” e “Song for Tony”, una fumosa ballata metropolitana, insanguata di blues e dedicata ad un amico prematuramente scomparso, il contrabbassista Tony Ronga.

Un’ulteriore mutazione genetica, porta il set nella dimensione del piano trio, dove Francesco Marziani mostra, senza remora alcuna, tutta la sua inclinazione verso pianismo ricco ed articolato di Bill Evans, del quale viene riproposto con spiccata originalità, senza complessi o attitudine alla calligrafismo, il noto standard “Sometime Ago”. L’influenza di Brad Mehldau emerge invece in due composizioni originali: “With Love From Napoli”, una ballata dove pathos ed allegria disegnano il volto della città partenopea con un progressione pianistica in crescendo, che precipita a valle in in poetico finale, quai a voler descrivere le contraddizioni di una delle più belle città del mondo; “Changing My life”, la title-track che fa da opener al disco, è quasi un bigliettino da visita, un bop post-moderno a tinte cangianti che mostra tutte le abilità pianistiche di Marziani, sostenuto da una brillante retroguardia ritmica.

L’afflato con la tradizione jazz di matrice blues si sostanzia con la ripresa del classico di Duke Ellington, “Things Ain’t What They Used To Be”. Non manca l’omaggio di Marziani ai suoi studi classici con una suadente e romantica performance in solitaria, “8° Intermezzo 2° Op 118 Brahms” è stato scelto fra i sei che compongono l’opera del grande musicista tedesco. “Changing My Life”, pubblicato da Creusarte Editore, sottolinea l’eclettismo ed il temperamento di Francesco Marziani, pianista geniale, dal tocco e dallo stile inconfondibile.

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