Barney Wilen Quartet – «Live Tokyo ’91», 1991.

// di Bounty Miller //

Un encomio solenne va a molte etichette discografiche come la Elemental che, grazie al rinato interesse per il jazz, stanno riportando alla luce piccoli capolavori, che altrimenti rischiavano di sparire nel nulla. «Live Tokyo ’91» di Barney Wilen Quartet , è un album registrato 31 anni fa in Giappone, al Keystone Korner di Tokyo, l’11 febbraio 1991. Una pratica che poteva rimanere pure archiviata, penserà qualcuno.

Certo parlare di un quartetto guidato da un sassofonista francese potrebbe apparire, oltremodo, un fatto del tutto insolito, considerando che il nome di Barney Wilen a molti italiani potrebbe risultare del tutto anonimo o sconosciuto; per contro a qualcuno potrebbe ritornare in mente un sassofonista appena ventenne che, nel 1957, suonò nella straordinaria colonna sonora improvvisata di Miles Davis, realizzata per il film «l’Ascenseur Pour L’échafaud» di Louis Malle; quindi ripetendosi ancora un paio di anni più tardi con Thelonious Monk nella colonna sonora di un altro film francese, «Les Liaisons Dangereuses» di Roger Vadim.

Wilen fu un sassofonista tenore «bambino», un po’ enfant prodige, ma con poca esperienza, uno sconosciuto francese, forse anche una scelta che, inizialmente, avrebbe potuto sembrare azzardata per entrambe le sessioni citate, ma aveva qualcosa di speciale: bazzicava gli ambienti del cinema ed era molto attraente, soprattutto era un jazzista parigino che sembrava passeggiare sulla musica della West Coast americana, ma il suo luogo di elezione era invece la Costa Azzurra francese. Nonostante di lui molti abbiano saputo poco e nulla negli anni successivi, Barney Wilen è stato attivo sulla scena jazz europea fino alla sua morte avvenuta, nel 1996, a 59 anni.

Questo doppio album registrato durante una tournée nipponica, da subito la condizione e la vaglia di un ottimo tenore cresciuto con gli anni e l’esperienza, ed accompagnato da una valida sezione ritmica: Olivier Hutman al pianoforte, Gilles Naturel al basso e Peter Gritz alla batteria. Il disco ci dice subito che il ragazzetto belloccio che aveva registrato con Miles Davis, negli anni, era diventato un sassofonista versatile, dal tono intrigante ed abilissimo sulle ballate.

Il suo timbro calibrato ed un fraseggio levigato, armonioso e cool si nutre attraverso melodie immortali come «Doxy» e «Bésame Mucho», a cui aggiunge un tocco personale ed innovativo. Tra i momenti più significativi segnaliamo «Old Folks», quasi sussurrata, che si attarda dietro un languido ritmo che, a tratti, ricorda Stan Getz con quel suo modo rilassato e sicuro di descrivere passioni e sentimenti attraverso le onde sonore emesse da sax. Barney Wilen, per tutto il set, lascia scorrere le melodie, affidandosi al volere della sua Musa ispiratrice. «Goodbye” di Gordon Jenkins svela al mondo come interpretare una ballata con fare disincantato, forse inconsapevoli di essere, pur in uno splendido anonimato, comunque seduti seduti sulla storia.

«Live Tokyo ’91» è un album di elevata qualità, disponibile in vinile gatefolder con sole 4 tracce, come nella pubblicazione originale o con la sessione completa nell’edizione in 2 CD contenente un libretto di 20 pagine con rare e inedite fotografie della tournée per gentile concessione di Oliver Hutman, e annotazioni speciali di Hutman, Gilles Naturel, Patrick Wilen figlio di Barney (che è anche produttore associato di questo progetto) e del critico jazz Bruno Pfeiffer. Il libretto contiene i testi integrali sia in inglese che in francese.