// di Francesco Cataldo Verrina //

«Quiet As It’s Kept» di Bobby Watson non è un disco innovativo e propedeutico alla sua evoluzione musicale, ma si colloca organicamente in quel numero di opere, fra le più significative della sua carriera, pubblicate dalla Red Records, tra le quali spiccano «Round Trip», «Appointment in Milano», «Love Remains», «This Little Light of Mine». In questo album registrato nell’agosto del 1998 a New York con la complicità del chitarrista Lenny Argese, Watson mostra il suo lato più soulful e romantico con una serie di ballate ricche di miele millefiori e intesi profumi latini. Sostenuto da un manipolo di veterani di studio, Terell Stafford tromba, Orrin Evans pianoforte, Lenny Argese (già citato) e Greg Skaff chitarra, Curtis Lundy, basso; Ralph Peterson batteria, Marlon Simon percussioni e Pamela Watson voce.

Bobby esegue le sue perforanti melodie alternando sassofono alto e soprano, mostrandosi perfetto nella progressione, così come gli arrangiamenti e la scelta delle composizioni risultano azzeccate e senza la minima sbavatura. «Just For Today» di Ralph Peterson, un vero raggio di luce creativa, è un valzer lento che ricorda «Iris» di Wayne Shorter; «Interlude (To Be Continued)», scritto firmato sempre da Peterson, si caratterizza come uno dei momenti più coinvolgenti dell’album. La superba padronanza che Watson dimostra di avere sullo strumento eleva questo disco ad un qualcosa che oltrepassa una semplice e sensuale sessione di sax. Le note fuoriescono dalla bocca del sassofono come scintillanti emozioni. «Watch the Children Play» mostra un cambiamento strutturale con il sax di Watson, il basso di Lundy, la chitarra di Lenny Argese che dialogano amabilmente. La title-track, «Quiet As It’s Kept», aggiunge nuovi elementi grazie alla tromba di Terell Stafford dal tono smorzato e tagliente; lo stesso Stafford si ripete magistralmente in «Nubian Breakdown» e nel momento forse più riuscito del set.

«Nanatsu-No-Ko», è una ballata ispirata ad un tradizionale pezzo folk giapponese, dove Watson si cimenta al soprano ed il pianista Orrin Evans porta a casa il suo miglior assolo. Pamela Watson, consorte del band-leader, è autrice di «Concentric Circles», un componimento fluido ed intrigante, impostato su piacevole tempo variato. «Quiet As It’s Kept», mostra un lato di Watson più rilassato, dove tutto viene morbidamente adagiato e senza sforzo su un tappeto sonoro ricco di melodie a presa rapida; si potrebbe parlare di un album lineare e completo nella sua totalità, senza picchi eccessivi verso l’alto e cadute verso il basso. Certo non è il Bobby Watson che tutti hanno conosciuto nei Jazz Messengers, il cambiamento di stile è facilmente percepibile, «Quiet As It’s Kept» racconta storie passionali avvolte da paesaggi lussureggianti ed eterei, descritti dal sassofonista attraverso una tono pieno e convincente, come le onde di un mare calmo nella sera, mentre la temperatura aumenta grazie al perfetto drive del basso di Curtis Lundy e la posa in opera di delicate linee sonore da parte del pianista Orrin Evans, che completa l’eloquio musicale di entrambi i sodali. Un album di forte intensità che non dovrebbe mancare nella vostra collezione.

Bobby Watson