// di Marcello Marinelli //

E’ una mattina piovosa di inizio novembre e scelgo di ascoltare un disco che rifletta il mio stato d’animo e l’ambiente circostante. Scegliere un disco ‘giusto’ per ogni momento è quello che cerco di fare abitualmente, l’arte della scelta, Mi accingo a sentire, per la prima volta, questo disco di Giovanni Guidi e Luca Aquino e immagino già quello che sentirò, immagino già l’atmosfera prima di ascoltarlo. Dalle prime note di ‘Over the Raimbow ‘la mia previsione è giusta ed ascolto esattamente ciò che voglio ascoltare. Della storia del mondo ci ricordiamo spesso solo le cose brutte, e se è vero che le guerre piccole e grandi hanno fatto la storia del mondo e che il mondo è una storia di conflitti ma poi dimentichiamo che tra un conflitto ed un altro godiamo di pace e qualche volta di beatitudine.

L’ascolto di questo disco è un esempio provato dei momenti migliori della storia del mondo e mentre scrivo sul disco ascoltandolo godo di questi momenti di beatitudine. La tromba di Luca Aquino che ho avuto la fortuna di vedere solo una volta, in quel di San Nicola Arcella , una magnifica località calabra tirrenica, al Caffè Jazz Le Mele e il piano Di Giovanni Guidi che invece ascoltato più volte insieme ad Enrico Rava e come leader, sono un connubio perfetto per esprimere poesia e raccoglimento. Il celeberrimo brano -Over the raimbow- (sull’arcobaleno) riflette una bella immagine di pace e la traduzione di questa immagine in musica da questo duo sgorga spontaneamente e il fischio finale appena sussurrato è la ciliegina sulla torta di cui non riesco ad attribuirne la paternità.

‘Amore bello’ il brano di Claudio Baglioni viene valorizzato dalla sensibilità dei musicisti che attingono al repertorio pop, come è sempre è stato nella storia del jazz. Leggendo un’intervista del duo ho scoperto che a Giovanni Guidi, è venuto spontaneamente in mente, non essendo un fan di Claudio Baglioni e questo un bell’aspetto della musica che fuoriesce dal cilindro mentale quando meno te l’aspetti, è la riflessione irrazionale del nostro essere che come questo caso si traduce con una melodia che apparentemente non ha nulla a che fare col jazz e che invece diventa jazz, la bellezza di questa musica che ingloba, ridisegna e rielabora. Con ‘Amore Bello’ ritorno indietro col tempo, dando libero sfogo alla nostalgia di ciò che è passato, e come allora potrei avvicinarmi ad una ragazza e potrei sussurrarle “Vuoi ballare con me?”. Con ‘Un giorno dopo l’altro’ siamo sempre nel territorio della canzone d’autore , in questo caso di Luigi Tenco, e l’esistenza del tempo che passa è trasformata dal duo in tutta la sua forza evocativa e sentimentale, dove il ‘Sentimentale’ non è una scatola vuota.

Scà’ è un abbozzo breve originale del duo e la tromba di Luca Aquino si manifesta nella sua veste quasi mediorientale come qua è là nel disco traspare come anche nel brano seguente. ‘What a wonderful world’ è una Canzone, anzi La canzone, resa celebre da ‘Satchmo’, Louis Armostrong che commuove sempre e ci ricorda la sua arte e il suo faccione simpatico, una delle più belle della storia, che il duo interpreta alla perfezione. ‘Dedalo’ una breve divagazione in solo del trombettista. Con ‘Buh’ a firma congiunta, serpeggia un pò di inquietudine, la prima nell’ascolto del disco tanto per non adagiarci troppo nella beatitudine. Ma con ‘I fall in love too easily’ torniamo a crogiolarci nella poesia sonora. Il disco si chiude con ‘beh?’ che finisce con quel fischio sibillino del brano di apertura. Dal fondo della sala, che sarebbe il mio spazio vitale, una voce in lontananza, forse frutto della mia immaginazione o reale chissà, ‘La musica è finita andate in pace’.