// Irma Sanders //

Per Alessandro Florio, “Back To The Blue Coast” rappresenta una sorta di ritorno a casa, sia geograficamente, dopo anni vissuti all’estero tra l’Olanda e New York, sia nel modulo espressivo, con una serie di brani del chitarrista dedicati o ispirati dalla sua terra, la Costiera Amalfitana, e basati su un’impostazione compositiva più “Mediterranea” rispetto ai suoi precedenti lavori.

A differenza del precedente “Roots Interchange” del 2015, registrato a New York con la sezione ritmica del Pat Martino Trio (Pat Bianchi all’Hammond e Carmen Intorre Jr. alla batteria), qui il line up è volutamente tutto Italiana, (fatta eccezione della stella del jazz iberico Ernesto Aurignac, presente al sax alto in ben cinque brani): Alessandro Florio chitarra, Giampaolo Laurentaci contrabbasso, Marco Valeri batteria, Laura Taglialatela voce. “Back To The Blue Coast”, pubblicato nel giugno del 2020 da AlfaMusic, è un coacervo di reminiscenze Mediterranee, ma approccio ritmico, saldamente ancorato alla tradizione afro-americana.

Da segnalare in “Streets of Naples” la presenza della cantante napoletana, Laura Taglialatela, da anni newyorkese di adozione, che ha scritto e interpretato un tributo alla sua città. Dice Alessandro Florio: “Back to the Blue Coast vuole essere un tentativo, ai limiti dell’impossibile, di restituire a questa nostra terra anche solo una minima parte di tutta la bellezza che negli anni mi ha donato”. Il disco si sviluppa in maniera dicotomica, dividendosi in due parti, quasi involontariamente: la prima si sostanzia come un affresco sonoro dipinto dal mare, dalle rocce, dai vicoli e dalla sua gente mentre la seconda è la narrazione in musica di un diario di viaggio, dettato da quel grande Amore che è il jazz.

Le due componenti sono state necessarie e propedeutiche l’una all’altra, non esisterebbe la prima parte senza la seconda e viceversa: “Viaggiare lontano in cerca delle parole adatte a descrivere i luoghi di partenza e tornarci con bagagli e storie in più da raccontare” Così il chitarrista ne racconta la genesi. “Questo disco è dedicato alla mia terra e alle persone che ho dovuto apparentemente lasciare alla partenza di questo continuo ed inevitabile viaggio alla rincorsa del Suono. Un grazie particolare ai musicisti, che nei brani, volutamente piuttosto brevi, condensano al meglio la loro arte, impreziosendo tutte le mie idee. Ai grandi Giampaolo, Marco e Laura e all’incredibile Ernesto Aurignac, un musicista geniale, imprevedibile di cui mi innamorai al primo ascolto, che fonde nel suo sax le strade assolate della sua Malaga con la sofferta storia del jazz. Non potevo immaginare nessun altro che potesse interpretare meglio di loro ogni nota che avevo in mente

Alessandro Florio