// di Marcello Marinelli //
Il principio che regola i vari accadimenti umani, secondo il mio modestissimo parere, è il principio di casualità, non di causalità. Il bello del peregrinate a zonzo, in rete, ascoltare random nelle piattaforme è incappare con musicisti sconosciuti e ascoltare senza pregiudizi e senza alcuna nozione che non sia l’ascolto disinteressato e attento. Allora in questo vagabondare si fanno belli incontri, in rete con la musica e anche nella vita, con le persone.
Uno di questi belli incontri è stato con Aaron Parks un pianista che non avevo mai sentito prima e se non ricordo bene con un brano del disco Big little “Small planet” o “Professor strangeweather” oppure “Digital society” in una compilation indicata da Spotfy con i suoi magici e micidiali algoritmi che mi suggerivano brani in relazione ai miei ascolti. Il futuro sarà un algoritmo che ci guida verso la nostra giornata perché saprà meglio di noi quello che desideriamo. Mettere un disco sul giradischi, ci salva dall’algoritmo ma non dai belli incontri casuali a spasso per l’universo musicale. A volte ho necessità di ascoltare cose che non ho mai sentito, altre volte il contrario.
Aaron Parks l’avevo ascoltato un po’ di tempo fa poi ne ho preso le tracce perché non ricordavo il nome poi “casualmente” l’ho rincontrato e l’ho memorizzato. Un pianista americano di Seattle, che poi ho scoperto aver collaborato con Terence Blanchard, Christian Scott, Terry Line Carrington, Ambrose Akinmusire, e soprattutto con Joshua Redman come membro dei James Farm, un gruppo che non conoscevo e che ho scoperto in questi giri. Ora perché ci piace al primo ascolto una musica invece di un’altra non è dato sapere, è così misterioso questo tipo di piacere, come tutti gli altri piaceri del resto.

Ora non saprei descrivere che tipo di pianista è questo Arron Parks, mi spiazza , non rientra nei miei parametri codificati, ma so che stuzzica le mie sinapsi. Non suona standard, né tradizionale, lo trovo originale. Un pianista estremante percussivo, ma non saprei aggiungere altro, sono scarno di descrizione ma non scarno di gratificazione. Ora non so se questo pianista, questo artista per quanto tempo mi accompagnerà, come succede nella vita, non sappiamo quanto le persone ci accompagneranno e così gli artisti, per un’ora, per un giorno, per degli anni o per tutta la vita, chissà. Ora mi godo questo musicista e la sua musica e poi si vedrà. Se qualcuno volesse ascoltare i suoi dischi e poi magari rimanere deluso, fa parte del gioco, non me ne vogliate, perché i suggerimenti come i consigli sono gratis.
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