Mafalda Minnozzi – «Cinemacity – Jazz Scenes From Italian Film», 2022

// di Francesco Cataldo Verrina //

Il sottotitolo dell’album recita «Jazz Scenes From Italian Film», ma basta lasciar scorrere il disco perché il film del mondo ti passi davanti. Le musiche di «Cinemacity» di Mafalda Minnozzi raccontano il film della nostra vita e della vita di chiunque abbia amato il cinema italiano e le sue celebri colonne sonore, specie quelle del Maestro Morricone, reimmaginato in contesto jazz, a metà strada tra Italia e Brasile, terra ricca di sonorità e suggestioni dove l’album è stato registrato al’Arsis Estùdio di San Paulo. Dal 1996 Mafalda ha come domicilio fiscale ed artistico il Brasile dove ha ottenuto un ottimo successo di pubblico e di critica mescolando swing, jazz, soul e bossa nova, soprattutto facendo ricorso al repertorio di autori italiani, francesi ed internazionali. La scelta di suonare e cantare alcune colonne sonore, attraverso un piacevole plot narrativo basato su arrangiamenti raffinati ed eleganti, curati dalla stessa «Cantora Italiana» e da Paul Ricci, è stata corroborata dal supporto di validi musicisti di studio ed eccellenti collaborazioni, quali Dave Liebman, Luca Acquino, Graham Haynes, Art Hirahara e Jorginho Neto che, grazie alla tecnologia, hanno registrato le loro partiture in vari studi sparsi per il mondo, da Napoli a New York.

L’album si apre con «La Dolce Vita» di Nino Rota, capace di ricreare un’intrigante atmosfera felliniana, languida e retrò, magnificata dal flicorno di Graham Haynes ed arricchita da un piacevole fischio che fa da contraltare all’impeccabile vocalese della Minnozzi. «Loss In Love» di Henry Mancini diventa una ballata crepuscolare ricamata dalla chitarra di Paul Ricci ed impreziosita dagli intarsi vocali della titolare del progetto. «Metti una sera a cena» di Ennio Morricone, ridisegnata come un swing mid-range, è un piccolo dispenser di brividi e vibrazioni positive, proprio come un’appassionata sequenza cinematografica. Ed ecco l’altra punta di diamante dell’album, «Love Theme – Nuovo Cinema Paradiso», dove il soprano di Dave Liebman, contrappuntato dai vocalizzi della Minnozzi che sembrano sfidare il registro più alto del sax, raggiunge il livello di un armonioso incanto. La classica «Amapola» dal felpato passo swing, interpretata con un gusto spanish, ampliato da una chitarra che parla con gli Dei, diventa il perfetto terreno di coltura per i ricercatori di emozioni a presa rapida.

Mafalda Minnozzi

Il tema principale di «Amici Miei» assume i contorni della ballata popolare, specie nel testo cantato. La melodia è avvolta in un’aura brunita ed umida, tipica di una notte d’inverno in una metropoli ideale, dipinta nei minimi dettagli dalla cornetta di Graham Haynes. Nella parte iniziale l’organo di Art Hirahara trascina «Anonimo Veneziano» di Stelvio Cipriani in un clima decisamente sixties, ma il cambio di passo dettato dal piano di Tiago Costa produce un’impennata armonica dal sapore vagamente bossa. «E la chiamano Estate» di Bruno Martino e Franco Califano viene restituita al mondo degli uomini su piatto d’argento, dove il canto ricco di pathos della Minnozzi viene ammantato da un movimento quasi blues. Momenti di estrema liricità si addensano nella soffusa interpretazione di «Nella Fantasia» a firma Morricone, abbellita dai contrafforti del flicorno di Luca Aquino. «L’Appuntamento» è un altro classico italo-brasiliano, ed il ricordo corre alla Vanoni, ma l’abilità di Mafalda Minnozzi consente di evitare l’effetto-difetto di una cover calligrafica e di maniera.

«Arrivederci Roma» di Renato Rascel è un altro affresco italico riportato in una dimensione internazionale, arricchito da accentazioni vocali inedite e nuove sonorità dai tratti somatici jazzly evidenziati dal magnifico trombone di Jorginho Neto. Il finale è tutto ad appannaggio di Ennio Morricole con «Se» e «Maturity», belle e struggenti, ancora da Nuovo Cinema Paradiso e con la stupenda «Deborah’s Theme»: un primissimo piano alla Sergio Leone sulla voce, a conferma che, tra West e Brasile, la via maestra sia ancora l’Italia. «Cinemacity – Jazz Scenes From Italian Film» di Mafalda Minnozzi è una perfetta sceneggiatura sonora con il grandangolo puntato costantemente sulle emozioni.

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