//di Francesco Cataldo Verrina //

La fisarmonica è uno strumento che affonda le radici nella tradizione della musica popolare, ma riesce ad essere spesso una terra di confine su cui confluiscono stili molteplici. Nel jazz ci sono illustri precedenti, dove la fisarmonica ha costituito questo elemento di raccordo tra passato, presente e futuro. L’album «Triade» di Daniele Falasca, pubblicato dall’etichetta discografica Ars Spoletium, non sfugge a tale regola. Parliamo di un articolato concept ritmico-armonico che cammina elegantemente su terreno comune, dove il contemporary jazz si cala a piene mani nelle atmosfere ispanico-latine e nelle sonorità mediterranee. L’elemento cardine dell’intero lavoro è l’impianto melodico, adagiato su un tappeto armonico che riesce a produrre costantemente un forte appeal sull’ascoltatore attraverso un ascolto gradevole ed immediato. Daniele Falasca è supportato da una valente sezione ritmica: Arturo Valiante al pianoforte, Marcello Manuli al basso e Glauco Di Sabatino alla batteria, con l’aggiunta di due special-guest, il pianista Vincenzo Di Sabatino e la cantante Linda Valori. L’album si sostanzia attraverso otto componimenti originali firmati dal band-leader, con la sola eccezione di «What a Wonderful World», un classico lanciato da Louis Armstrong e scritto da Bob Thiele sotto le mentite spoglie di George Douglas.

Daniele Falasca spiega così la genesi e il mood di «Triade»: «È il mio decimo disco. Pensato, scritto e stampato in meno di un mese. Come in tutti i miei album, anche in questo ho dato risalto alle idee tematiche, ma con una novità: mi sono dedicato all’improvvisazione per la prima volta! È un disco modern jazz, in cui ascolterete ritmi latin jazz, tango moderno e ballad, interpretato dal mio quartetto stabile che vede Arturo Valiante al pianoforte, Marcello Manuli al basso e Glauco Di Sabatino alla batteria. Gli ospiti che ho voluto coinvolgere sono delle persone speciali: in Città delle Rose, al pianoforte, troverete il mio ex insegnante di conservatorio Vincenzo Di Sabatino, mentre What a Wonderful World, l’unica cover presente, è interpretata dalla cantante Linda Valori».

Danile Falasca

L’opener «Lety», mostra subito la generosità interpretativa del fisarmonicista che, tra jazz e contaminazioni latine, si muove un in varie direzioni in maniera simbiotica con la retroguardia ritmica. La title -track, «Triade», è un tango, che il musicista-compositore descrive così: «Con questo mio tango ho voluto descrivere il mood giornaliero della mia famiglia. Il forte legame che ci unisce, spero esca dalle note di questo mio brano. La sua vivacità rispecchia quella delle nostre attività quotidiane, piene di impegni e tanta musica. Triade è strutturato in tre parti – e ho dato questo titolo perché la mia famiglia è formata da tre membri: mia moglie, mia figlia e io». «Flower» ha il gusto gioioso di una festa di colori, sempre a metà strada tra universi sonori lontani che tendono ad avvicinarsi per poi sfuggirsi, senza mai cadere nel virtuosismo parossistico. «Chet», è una ballata suadente e brunita dal tipico mood bakeriano, dove la fisarmonica fa le veci di una tromba senza farla rimpiangere. Fabrizio Bosso a proposito di Daniele Falasca ha detto: «È un artista che dà prova di una tecnica impeccabile, in grado quasi di far parlare la fisarmonica. Originali le sue composizioni, che già da un primo ascolto rimangono impresse nella mente». «Alleria» è un composto meticcio, dove le essenze post-bop di mescolano a speziature caraibiche e mediterranee.

«Family» è un’intensa ballata che cela qualcosa di autobiografico, dove una struggente melodia sembra comporre un autoritratto dell’autore che si racconta dosando le note come se fossero pensieri. «Città delle rose» vede la presenza di Vincenzo Di Sabatino al pianoforte. Il brano è un concentrato di melodia a presa rapida, dove piano e fisarmonica si compensano amalgamandosi in un gioco a due da case study: allievo e maestro dispensano emozioni in quantità industriale. In conclusione la celeberrima «What a Wonderful World» magnificata da Linda Valori con un profondo afflato soul. «Triade» di Daniele Falasca, registrato a Teramo il 19 marzo del 2022, presso Fare Arte, è un opera non comune, raffinata, elegante e garbata che spazza via il fragore mediatico di questi giorni di guerra e di tensione; una perfetta antitesi alla volgarità e alle brutture di tutto ciò che viene strillato ed imposto dai media contemporanei; in fondo parliamo di un disco non curante delle mode e scevro da ampollosità virtuosistiche che vive, in piena autonomia creativa ed esecutiva, una sua dimensione del tempo e dello spazio, ma sempre sul filo dell’alta tensione emotiva.

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