“Molti documenti relativi alla sua attività concertistica sono stati rivalutati ed incanalati nei circuiti ufficiali molti anni dopo la sua dipartita, grazie al proficuo lavoro della vedova ereditiera”.

// di Francesco Cataldo Verrina //

Charles Mingus è stato un musicista senza mezze misure sia a livello musicale che comunicativo, un fiume in piena sulle cui opposte sponde erano sempre schierati incalliti sostenitori e detrattori gli uni contro gli altri armati. È alquanto ozioso soffermarsi su quella sua attitudine diabolica a sfidare il pubblico, cercando di irretirlo o ammansirlo, sovente ne contestava gli atteggiamenti poco rispettosi nei confronti di coloro che si stavano esibendo. Per questo i suoi concerti non sono mai stati una passeggiata su un letto di rose profumate. Il suo modo aggressivo gli alienava spesso il consenso di tanti ascoltatori, per contro attirava torme di ammiratori sedotti da questo miscuglio di rabbia, musica aggressiva e parole senza mezzi termini. Una cosa è certa: a conti fatti, il suo genio non poteva essere negato o ignorato, anche se ci volle del tempo per abbattere le barriere di talune incomprensioni.

Il contrabbassista di Nogales ha ricevuto numerosi riconoscimenti post-mortem, soprattutto molti documenti relativi alla sua attività concertistica sono stati rivalutati ed incanalati nei circuiti ufficiali molti anni dopo la sua dipartita, grazie al proficuo lavoro della vedova ereditiera. “@ Bremen 1964 & 1975” costituisce un pacchetto di registrazioni live che hanno circolato per decenni su dischi pirata, specialmente la performance del 1964, relativa al famigerato tour europeo della primavera di quell’anno. Per contro fu anche la prima uscita ufficiale relativa a quei dei concerti, nonché la prima ad essere masterizzata ufficialmente ed in maniera professionale.

Il gruppo del ’64 viene spesso considerato il migliore tra quelli che hanno accompagnato Mingus nell’arco della sua carriera: Eric Dolphy contralto, clarinettista basso e flauto, Dannie Richmond batteria, Jaki Byard piano, Johnny Coles tromba e Clifford Jordan sax tenore. Il quintetto del ’75 con il trombettista Jack Walrath, il tenorista George Adams, il pianista Don Pullen ed il batterista Dannie Richmond è però in cima alle preferenze di tanti sostenitori del bassista. Il concerto del 1975 ha un vantaggio nella sua fedeltà sonora molto più alta, mentre la performance del 1964 ha una maggiore importanza storica. Entrambi i live rendono “Bremen” una pietra miliare dell’attività concertistica di Mingus. La differenza di organico e di collocazione spazio-temporale ci offre la possibilità di analizzare due aspetti significativi dell’attività del genio di Nogales: il cambio di atteggiamento degli ascoltatori e le differenze nella valutazione critica di due esibizioni a dieci anni di distanza l’una dall’altra.

Quel tour del 1964 fece conoscere i modi irruenti di Mingus ad un pubblico ignaro di quanto potesse accadere; diversamente la sua apparizione del 1975 nella città di Brema fu accolta con l’aspettativa e gli onori riservati ad una star del jazz consacrata e riconosciuta. Mingus non era completamente estraneo all’Europa: notevole fu la sua apparizioni ad Antibes nel 1960, come a Londra nel 1961, ma il tour europeo del 1964 è passato agli annali come uno dei più significativi della storia del jazz. Il viaggio fu programmato e supervisionato in maniera mercuriale dal tour manager e agente George Wein, che portò Mingus ad attraversare il vecchio continente da metà a fine aprile: l’arrivo nell’antica città portuale rappresentò il suo debutto in Germania.

Come più volte raccontato, questo tour fu anche l’ultimo magnificato dalla presenza di Dolphy, morto a Berlino il 29 giugno 1964. Mingus e compagnia furono accolti il 16 aprile allo Studio F di Radio Bremen da un modesto pubblico costituito da 220 appassionati, peraltro invogliati dall’entusiastica pubblicità radiofonica ed a mezzo stampa. Quasi tutti gli avventori restarono spaesati dall’impatto con la musica di Mingus: la maggior parte di essi non erano preparati al vocabolario di quello stravagante jazz che univa la tradizione agli stili più avanguardistici del post-bop, di cui Dolphy era diventato una sorta di araldo. Il pubblico tedesco, generalmente molto preciso, mal tollerò anche l’inizio del concertò con 45 minuti di ritardo, tensione incrementata dall’atteggiamento antagonista e provocatorio del barone nei loro confronti, una volta che la band si era posizionata sul palco.

Dovettero passare più di dieci prima che Mingus facesse nuovamente la sua comparsa sul suolo di Brema, mercoledì 9 luglio 1975, per esibirsi durante il “Forum Junge Musik” organizzato da Radio Bremen all’Oberpostdirektion, un auditorium di proprietà delle Poste che ospitava un pubblico di circa 500 persone. Dopo essere uscito dal’eremo nel 1972 ed avendo sperimentato un certo numero di ensemble, Mingus aveva aveva individuato un gruppo di lavoro che si adattava alle sue esigenze musicali. Il pubblico di Brema in questa circostanza era preparato all’evento ed al personaggio. La stazione locale, Radio Bremen, aveva suonato la musica del bassista ripetutamente nelle settimane precedenti e la stampa locale aveva dato ampio risalto al concerto, tanto che Mingus e soci al loro arrivo trovarono un ambiente più ospitale ed accogliente. Entrambe le storiche performance sono contenute in “Charles Mingus @ Bremen 1964 & 1975”, uscita ufficiale rimasterizzata dai nastri originali.